domenica 25 Luglio 2021
TikTok, il social network per la condivisione di brevi video popolarissimo soprattutto tra gli adolescenti, non dà la possibilità di aggiungere il link a un sito esterno, nei video che vengono pubblicati: e questo spiega in parte la diffidenza dei giornali di tutto il mondo nei confronti della piattaforma. Gli altri social network come Facebook, Twitter o Instagram, invece, oggi garantiscono con i link diretti agli articoli la parte più consistente del traffico online dei giornali. Su TikTok c’è dal 2019 il Washington Post, tra i pochissimi al mondo con una presidio così attivo: con un profilo gestito interamente da Dave Jorgenson, più spesso noto come “il tizio di TikTok del Washington Post”. L’obiettivo del profilo è abbastanza dichiaratamente solo quello di creare contenuti divertenti (fino a poco tempo fa la bio del profilo diceva “i giornali sono come gli iPad, ma sulla carta”) e che coinvolgano più utenti possibili per avvicinarli al brand. Raramente Jorgenson si cimenta in spiegazioni giornalistiche approfondite e più che altro prende spunto dalle notizie per scherzarci sopra.
Il profilo non porta traffico direttamente misurabile al giornale, ma ha quasi 1 milione di follower in un mercato prevalentemente diverso da quello degli abituali lettori di giornali, e può essere utile ad aumentare il valore del brand e la riconoscibilità della testata, o anche a influenzare le scelte di lettura. I costi sono abbastanza limitati, soprattutto per un grande giornale, visto che c’è solo da pagare lo stipendio a una persona che pensa, recita, realizza e monta i video. Di recente Jorgenson, rispondendo alle domande dei lettori del Washington Post sul suo lavoro, ha dichiarato di impiegare mediamente 3 ore e mezzo per la realizzazione di un video (ne fa due al giorno).Tra le televisioni è molto attiva la rete statunitense NBC, che ha diversi canali verticali su TikTok (tra cui quelli di news e sport, di recente anche uno dedicato alle Olimpiadi).
Tra i grandi giornali italiani solo Repubblica è su TikTok: il profilo è gestito da Gedi Visual, la redazione multimediale delle testate del Gruppo Gedi, che per i motivi già esposti lavora su TikTok con minore priorità, ma con costanza. A differenza di quelli del Washington Post i contenuti di Repubblica su TikTok sono più strettamente giornalistici: si cercano le notizie che si prestano maggiormente al formato da un minuto e poi un giornalista le espone, sostanzialmente senza montaggio: il profilo ha quasi 43mila follower. Il formato di spiegazione delle notizie in un minuto ha un seguito maggiore nel profilo curato privatamente dal giornalista di Repubblica Alessio Balbi, che si chiama “Newsbox” e ha invece oltre 100mila follower. Newsbox è un progetto di Balbi partito da un podcast quotidiano e cresciuto anche su TikTok: il successo è probabilmente dovuto al formato rivolto a tutti, con spiegazioni che non danno nulla per scontato.
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