domenica 1 Maggio 2022
La turbativa storica introdotta dall’azienda Eni nell’informazione italiana è nota (insieme ad altre turbative che limitano la qualità della stessa) e va dal suo possedere un’agenzia di stampa influente al sovvenzionare attraverso investimenti pubblicitari ininterrotti quasi tutti i mezzi di informazione, rendendone più fragile l’autonomia e garantendo alle proprie pratiche e alle proprie comunicazioni una promozione “giornalistica” continua. Ma non aiuta che le poche testate che decidono di emanciparsi da questa servitù la ribaltino in esibizioni demagogiche di propaganda opposta di altrettanto limitata credibilità: almeno un paio di quotidiani italiani questa settimana ha aizzato la riprovazione dei lettori per i risultati economici dell’azienda conseguenti alla crisi dell’energia e alla guerra. Il messaggio era chiaro, “si arricchiscono con la guerra”. Si dà il caso che la guerra – come la pandemia – abbia anche spinto più lettori e abbonati bisognosi di informarsi verso i giornali, aiutando anche le sconquassate finanze delle aziende giornalistiche.
Fine di questo prologo.
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