domenica 16 Giugno 2024

Difendeteci

Le minacce nei confronti di giornali e giornalisti possono essere di assai diverso genere, di assai diverse conseguenze, di assai diversa legittimità, di assai diversa pericolosità. Ci sono semplici critiche sui social network, oppure quotidiane e bulle lettere di avvocati che annunciano “vie legali” ma si ridimensionano immediatamente: e all’estremo opposto ci sono organizzazioni criminali che perseguitano giornalisti o costose cause legali che paralizzano il loro lavoro. In mezzo c’è un po’ di tutto, e ci possono essere comprensibili ragioni in certe querele e intimidazioni vergognose in altre.
A prescindere da questo, ultimamente i giornali sembrano aver scelto di raccontare e condividere sempre più spesso queste minacce con i propri lettori, usandole come strumento di raccolta di consenso e sostegno da parte di questi ultimi (anche di sostegno economico esplicito, come la campagna di Repubblica di cui dicemmo una settimana fa), e trasformando i propri avversari in testimonial al contrario.

Questa settimana nel giro di soli quattro giorni il Fatto ha raccontato la querela da parte del comune di Milano nei confronti di un suo giornalista (per cose non scritte sul Fatto), Repubblica è intervenuta con due comunicati in difesa di una sua giornalista insultata in una conversazione telefonica da un consigliere regionale di Fratelli d’Italia, il giornalista del Corriere della Sera Gian Antonio Stella ha condiviso coi lettori la risposta con cui ha irriso un avvocato sbadato nelle sue severità, il Foglio ha annunciato in apertura un’azione legale del ministro Urso contro il giornale.

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