domenica 19 Febbraio 2023

Dare i numeri

A proposito dei dati Audiweb, è il caso di dare una piccola spiegazione sul valore dei numeri che citiamo su Charlie. Che riguardano i tre principali formati su cui si misurano i risultati quantitativi e commerciali dei progetti giornalistici vecchi e nuovi (quelli qualitativi sono un altro paio di maniche, non necessariamente in relazione). Ovvero le copie di carta dei giornali, le loro riproduzioni digitali (che in rari casi esistono in assenza di quelle di carta) e i siti web.
Questi tre formati di pubblicazione dei contenuti dei giornali vengono misurati, in Italia, così:
– ADS conta le copie di carta “diffuse” (affidandosi, con qualche strumento di verifica, alle testate stesse): distinguendo tra quelle pagate da singoli acquirenti in edicola, quelle comprate in quantità maggiori da enti o aziende, quelle distribuite gratuitamente o con grandi sconti sul prezzo.
– ADS conta anche (affidandosi, con qualche strumento di verifica, alle testate stesse) gli abbonamenti pagati che consentono l’accesso alle copie digitali: che vengono pagate – a differenza di quelle di carta – quasi tutte da abbonamenti, non da singoli acquisti. E quindi a prezzi più bassi di quello di copertina, e con garanzie molto minori di effettiva lettura o sfoglio da parte degli acquirenti, rispetto a quelle cartacee.
– Audiweb invece certifica il traffico sui siti web, che in questo caso sono utenti che non pagano niente, ma che generano indirettamente ricavi attraverso la pubblicità che vedono.
– non esiste invece nessuna certificazione terza sul numero degli abbonamenti ai siti di news: quindi alcune testate dichiarano dei propri numeri non verificabili, molte altre no.

(tra le prime la più attiva è il Corriere della Sera , che ha da poco celebrato con grande pubblicità i “500mila abbonati”, senza chiarire esattamente in quale categoria di abbonamenti ricadano: ma gli ultimi dati ADS indicano circa 110mila “vendite digitali” – di cui 40mila almeno al 30% del prezzo di copertina e le altre 70mila con sconti maggiori – e questo suggerirebbe che 390mila siano abbonamenti ai soli contenuti del sito)

Non è d’altronde semplice contare il dato degli abbonamenti digitali (anche gli americani sono alle prese col problema), che può comprendere offerte diverse tra loro, promozioni gratuite o quasi, abbonamenti in scadenza ma con rinnovo automatico oppure senza, o abbonamenti al sito compresi già nel numero contato come “abbonamenti all’edizione digitale” (già adesso ADS segnala una duplicazione nella colonna “copie digitali abbinate agli abbonamenti cartacei”: con l’anomalia che questi numeri sono molto maggiori di quelli degli abbonamenti cartacei). E se le copie cartacee sono tutto sommato un prodotto concreto e misurabile, avere garanzie sugli abbonamenti digitali effettivamente attivi e venduti crea delle complicazioni di verifica o di privacy.

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