domenica 11 Dicembre 2022
Un’inchiesta sull’origine della pandemia pubblicata qualche settimana fa dal sito americano ProPublica in collaborazione con Vanity Fair aveva fatto notizia in tutto il mondo, perché sembrava rafforzare i sospetti sull’ipotesi del “laboratorio” attribuendoli a un’inchiesta del Congresso americano. L’articolo era stato ripreso in Italia dai giornali più agguerriti su quel genere di accuse ma anche dal Corriere della Sera .
Ma l’inchiesta ha ricevuto molte critiche che ne hanno compromesso la credibilità, non tanto nel merito della questione ma sui metodi giornalistici utilizzati, dall’attendibilità attribuita a un esperto interpellato alle ingenuità e agli errori nella traduzione della lingua cinese. Ne hanno scritto in molti negli Stati Uniti, e il Post ha riassunto le obiezioni.
“Presentata come una prova importante, anche se non definitiva, per sostenere l’origine da “errore umano” di laboratorio della pandemia da COVID-19, in realtà non sembra spostare nulla nel dibattito né portare alcun elemento certo sulla questione. Solleva invece, secondo molti critici, molte questioni sui metodi di giornalismo investigativo delle due testate coinvolte e indica una certa ingenuità nell’approcciarsi al mandarino”.
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