domenica 1 Dicembre 2024

Cosa fanno i poligrafici

Due settimane fa abbiamo riferito che l’editore SAE aveva deciso di trasferire a Sassari 35 poligrafici del quotidiano il Tirreno, per ragioni di riduzioni dei costi (SAE possiede a Sassari un altro quotidiano, La Nuova Sardegna). I poligrafici sono una categoria che ha subito molto la crisi del settore giornalistico, ma il loro lavoro è raramente spiegato nelle notizie che li riguardano. E oggi più che una professione precisa è una forma contrattuale che viene assegnata a ruoli anche molto diversi tra loro all’interno dei giornali.
Prima del digitale erano inquadrati con un un contratto da poligrafico tutti coloro che non svolgevano un’attività giornalistica all’interno della redazione. I poligrafici però erano soprattutto coloro che permettevano di “tradurre in piombo” il giornale, cioè di impaginarlo e farlo stampare, stabilendo la disposizione dei testi, delle foto e dei titoli su ogni pagina: si trattava di un lavoro che richiedeva delle precise conoscenze tecniche. Ma con l’introduzione delle banche dati fotografiche e dei software di impaginazione digitale le redazioni sono diventate più autonome.

Oggi i poligrafici svolgono compiti diversi tra loro e anche variabili a seconda dei giornali. In alcune redazioni sono inquadrati con contratti da poligrafici i dipendenti che lavorano nell’ufficio di diffusione, dove è gestita la distribuzione dei giornali, mentre altri sono impiegati amministrativi o che lavorano in segreteria di redazione. Altri ancora lavorano nell’area di preparazione del giornale, dove i poligrafici svolgono il lavoro che è loro più tradizionalmente associato: si occupano di elaborare graficamente gli articoli dei giornalisti, disporre le immagini, i titoli, le didascalie e le pubblicità, preparare il “timone” – cioè la scansione delle pagine del giornale – e inviare al centro stampa il PDF del quotidiano quando è pronto. I poligrafici che lavorano in una redazione spesso si occupano di più giornali del medesimo gruppo editoriale: per esempio, i poligrafici protagonisti ora delle notizie sul Tirreno sono quelli che si occupano anche della Nuova Ferrara, della Gazzetta di Modena e della Gazzetta di Reggio .

In altre redazioni invece si richiede ai poligrafici di svolgere mansioni aggiuntive che a volte si avvicinano molto al lavoro e alle competenze giornalistiche, come la creazione di infografiche o il lavoro di ricerca e documentazione al servizio dei giornalisti, oppure più pratiche come il trasferimento dei contenuti dal giornale cartaceo al sito web, la gestione dei necrologi o persino il servizio al centralino. In alcuni casi queste mansioni sono state assegnate con la perdita di importanza di quelle più tradizionali di alcuni dipendenti, per riconvertirli.
A volte i poligrafici lavorano fuori dalle redazioni, nei centri stampa predisposti dai grandi gruppi editoriali per preparare graficamente e stampare tutte le proprie testate.
Oltre alle nuove tecnologie che hanno reso necessario un numero sempre minore di poligrafici, la quasi scomparsa del ruolo originario è dovuto anche al suo alto costo contrattuale, dato che per decenni i poligrafici sono stati una categoria molto sindacalizzata e decisiva, che ha ottenuto quindi contratti più vantaggiosi rispetto ai grafici (che nelle redazioni oggi svolgono mansioni molto simili). Per questo oggi nei giornali si tende a inquadrare piuttosto con un contratto da grafico chi abbia quelle competenze e funzioni.

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