domenica 18 Giugno 2023
Su Charlie riferiamo spesso di come molti spazi redazionali sui quotidiani maggiori siano offerti alla promozione di comunicazioni, prodotti, iniziative di inserzionisti o potenziali inserzionisti, e in particolare nelle pagine dell’Economia (oggi una pagina del Corriere della Sera celebra – definendo “del passato” i presentissimi guai della proprietà – il nuovo traghetto Moby, protagonista di diverse inserzioni a pagamento nei giorni scorsi). Ma un altro protagonista di quelle cessioni di autonomia da parte delle redazioni sono le banche, non solo in quanto anch’esse acquirenti di pubblicità sui giornali, ma anche come creditrici delle aziende editoriali e interlocutori preziosi di molte relazioni finanziarie. Questo spiega la quota preponderante di comunicazioni delle banche pubblicate nelle pagine dell’Economia anche quando si tratta di informazioni a unico uso interno, difficilmente chiare o utili ai lettori, senza che i giornali in questione ritengano di dover dare maggior chiarezza. Tra le tante, è il caso questa settimana di una segnalazione incomprensibile per molti lettori sul quotidiano Libero, e illustrata da un’immagine fornita evidentemente da un ufficio stampa con opportuni ritocchi.
(FABI, lo spieghiamo qui, è la Federazione Autonoma Bancari Italiani: domenica anche Repubblica ha dato spazio a un suo comunicato senza spiegare di cosa si tratti, al contrario del Corriere della Sera che un pensiero ai lettori lo ha dedicato)
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