domenica 10 Luglio 2022

Con il chiaro intento

Il Sole 24 Ore ha descritto sabato una sentenza di una sezione civile della Corte di Cassazione che ha confermato la condanna al risarcimento danni per diffamazione di un quotidiano locale che aveva usato informazioni mediche riservate e dati sensibili per dare la notizia di una donna che aveva partorito a 55 anni “senza il consenso della diretta interessata”: perché “non esiste alcun interesse pubblico alla notizia”.

” Nel riportare la notizia, il reportage forniva ai lettori una serie di notizie specifiche sulle condizioni di salute della puerpera, con il chiaro intento di sottolineare l’eccezionalità dell’evento in considerazione dell’età avanzata, aggiungendo inoltre il ricorso a tecniche di procreazione medicalmente assistita vietate dalla legge italiana; tali informazioni, è emerso dalle memorie di parte depositate nei due gradi di merito, sono risultate peraltro infondate.

Un modus operandi di fornire informazione che, oltre a ledere la reputazione della cinquantacinquenne e del coniuge, aveva anche violato la privacy del minore, divulgandone immagini e generalità senza la preventiva autorizzazione dei genitori e in assenza delle condizioni di notorietà che ne potrebbero consentire la libera pubblicazione, come previsto tra l’altro dalle regole deontologiche dei giornalisti”.

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