domenica 10 Novembre 2024
La scarsa consuetudine dei giornali italiani col lavoro di verifica sulle notizie provenienti da fonti non sicure ha generato un altro grosso errore, questa settimana, incentivato anche da un’altra frequente tendenza, quella al sensazionalismo allarmista.
Tante testate cartacee e online tra le più importanti e diffuse (Corriere della Sera, Messaggero, RaiNews, TgLa7, Open, Giornale, tra le altre; ma anche alcune fuori dall’Italia) hanno infatti dato ampia credibilità e probabilità all’ipotesi che tra le conseguenze delle drammatiche alluvioni intorno a Valencia, in Spagna, ci potessero essere numeri enormi di morti nel parcheggio di un centro commerciale (anche siti spagnoli e di altri paesi lo hanno riferito, ma non i più importanti o autorevoli). La notizia è stata data soprattutto attraverso grandi titoli che riferivano come di quel parcheggio fosse stata data da qualcuno la definizione di “cimitero”, con valutazioni di migliaia di morti intrappolati nelle loro automobili. Ma a sostegno di questa ipotesi non c’era nient’altro che la frase sul cimitero attribuita genericamente a un sommozzatore o a qualcuno non meglio identificato, e che a quanto sembra era stata riferita originariamente da un sito di news spagnolo minore e di non particolare attendibilità (che dopo diversi giorni mercoledì ha del tutto cancellato dal sito l’articolo relativo), che si limitava ad attribuirla a “fonti vicine al giornale”.
I quotidiani italiani che avevano ripreso la “notizia” si sono limitati a dire nei giorni successivi che nel parcheggio non sono stati finora trovati morti, e che la cifra ipotizzata sui dispersi si era enormemente ridotta (numero “sceso a 89 rispetto ai duemila di cui si era parlato nei giorni scorsi”, ha scritto poi Repubblica, corsivo nostro; il giornale aveva titolato un precedente articolo “Il parcheggio della morte”, attribuendo dichiarazioni in questo senso a un sommozzatore indicato col nome di “Xosé Montoro”).
Un articolo sul sito di Avvenire ha commentato criticamente la storia, e la sua relazione con la perdita di fiducia dei giornali (lo stesso Avvenire aveva riferito del “cimitero” e della “trappola mortale” da 5700 posti).
“Sulle nostre spalle pesano decenni e decenni nei quali «si è sempre fatto così», pesa la velocità, il fare tanto e spesso in fretta. Pesa una quantità sempre più crescente di notizie da vagliare in sempre meno tempo. Ma la verità è che non ci sono scuse”.
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