domenica 17 Dicembre 2023

Chiede totale revisione

L’assemblea dei giornalisti di Repubblica ha pubblicato sul quotidiano e sul sito un comunicato piuttosto severo, annunciando l’intenzione di ben cinque giorni di sciopero (da confermare e definire: in questi casi si usa l’espressione “ha affidato al Comitato di redazione cinque giorni di sciopero” per segnalare appunto un’intenzione e una minaccia).
Il comunicato segue e aggrava una serie di sviluppi e tensioni tra la redazione e la proprietà del giornale – e spesso anche con la direzione – che durano da molti mesi, parallelamente ai deludenti risultati di diffusione e all’impressione di una mancanza di visione sui destini del giornale stesso.

“L’assemblea dà mandato al Cdr di vincolare qualsiasi apertura di trattativa sindacale alla presentazione di un chiaro ed esaustivo piano editoriale, nel quale siano circostanziati: gli investimenti necessari per il rilancio della testata, gli obiettivi che ci si propone di raggiungere con organici ulteriormente ridotti nonché i progetti che coinvolgono le redazioni nel loro complesso. E non ultimo chiede all’azienda di indicare quali siano le scelte per la crescita dei ricavi, in particolare della componente digitale, perché siano adeguate alle sfide del mercato editoriale.
L’assemblea pone inoltre un ineludibile tema di responsabilità rispetto alla crisi che sta attraversando Repubblica. Pur riconoscendo il momento di difficoltà di questa fase di grandi cambiamenti, i risultati economicamente negativi sono da ascrivere anche alle scelte della linea editoriale che non riesce a intercettare nuovi lettori e che ha allontanato il tradizionale pubblico di riferimento della testata Repubblica; ma anche alle strategie del management, frutto di previsioni errate e di risultati ancora non sufficienti a garantire l’equilibrio dei conti, in particolare nello sviluppo del digitale. Scelte e strategie di cui l’assemblea chiede totale revisione.
Le giornaliste e i giornalisti di Repubblica in questi anni hanno dimostrato un grande spirito di sacrificio e un forte legame affettivo con il giornale ma non sono disposti ad essere gli unici a pagare ancora una volta il conto di decisioni spesso non condivise, anzi non di rado contestate dalla redazione stessa”.

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