domenica 26 Giugno 2022

Che fare con TikTok

I giornali e i siti di news in tutto il mondo si stanno domandando da tempo cosa fare con TikTok: le considerazioni sono molte, ma riducendole in sintesi si tratta di capire come beneficiare di uno dei canali di distribuzione di contenuti di maggior successo nel mondo, e in crescita (al contrario del maggiore di tutti, Facebook), malgrado questo non sia pensato né usato quasi mai per la fruizione delle news, e non permetta di monetizzare la diffusione delle news. Il sito britannico che si occupa di innovazione nel giornalismo PressGazette ha riassunto la questione, e dato un po’ di numeri sulle presenze delle testate maggiori su TikTok: ad avere pubblici maggiori sono alcune reti televisive, per maggiore disponibilità di contenuti video, mentre si nota il lavoro intenso e precoce che tra le testate cartacee tradizionali ha fatto il Washington Post (il New York Times , viceversa, non usa TikTok).
L’articolo di PressGazette racconta due cose interessanti, tra le altre: che l’aggressione russa contro l’Ucraina ha creato un piccolo ma rilevante salto di attenzione sulle news anche su TikTok, e qualcosa di quella nuova presenza è rimasto, per le testate giornalistiche; e che più che i contenuti video traslati dai loro mezzi abituali (tv, YouTube) nei loro formati abituali, funzionano le mediazioni in cui – grazie anche all’aumento della durata massima dei video – le cose vengono raccontate, spiegate e riconfezionate, e la confezione si mimetizza di più con gli altri contenuti di TikTok: la riconoscibilità delle news insomma non le aiuta.

In questo senso, è interessante – ma forse spericolato – il nuovo esperimento del Los Angeles Times di creare un team di produttori di contenuti dedicati all’ engagement negli spazi social svincolato dalle priorità giornalistiche: un’evoluzione di un esistente progetto di creazione di “meme” che si chiamerà 404 e sarà distinto dal lavoro del giornale.
“Il 404 è sostanzialmente un team di innovazione incaricato di inventare continuamente nuovi generi di contenuti sperimentali. Il che significa che ci aspettiamo fallimenti e ci aspettiamo di essere sorpresi dai successi. Ci dedicheremo a ogni lancio, a ogni meme, a ogni TikTok con la speranza di imparare qualcosa. Significa anche che il lavoro del team non si allineerà sempre con i temi e le priorità del Los Angeles Times, e questo è un bene!”

Resta la questione di come si legittimi economicamente la presenza dei giornali su TikTok, che non conosce esperimenti: e al momento è trattata come un investimento di marketing del brand e della sua visibilità presso pubblici nuovi e giovani, oppure come una speranza su scelte future della piattaforma.

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