domenica 19 Novembre 2023
Ben Smith, fondatore e direttore del sito Semafor e già “media reporter” del New York Times , ha rivelato su Twitter che uno dei più visibili e noti “columnist” (ovvero autori di rubriche fisse o commenti frequenti, “columns”) del New York Times – Farhad Manjoo – lascerà il giornale. Manjoo stesso ha confermato rispondendogli con quella che può sembrare una battuta: “È vero: ho finito le idee per la rubrica”.
Ma che sia il caso di Manjoo o no, è vero che l’assiduità delle rubriche di alcuni autori sui giornali nasconde una difficoltà di cui potrebbero parlare a lungo con competenza e fatica molti di quegli autori: alcuni dei quali pubblicano persino un articolo al giorno, altri uno a settimana. E naturalmente c’è chi lo fa con maggiore brillantezza e chi con minore riuscita; o c’è chi sa inventarsi una cosa interessante da dire una volta su tot, e le altre si arrabatta. Ma in tutti questi casi è quasi sempre inevitabile che l’obbligo di frequenza prima o poi prevalga sulla cosa singolare da dire e da scrivere: e quindi, quando li leggiamo, mettiamoci con solidarietà nei loro panni. A volte stiamo leggendo un commento di qualcuno che ha passato il pomeriggio precedente a chiedersi come riempire quello spazio, senza alternative a doverlo riempire per forza (può valere persino per questo, di spazio!).
Fine di questo prologo.
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