domenica 14 Gennaio 2024
Sono passati tre anni e mezzo da quando nacque questa newsletter, che in quei primi mesi si dedicò molto a raccontare la transizione in corso nelle maggiori testate internazionali da un modello di sostenibilità economica basato sulla pubblicità a uno che ha come priorità il contributo degli abbonati. Questa transizione è tuttora in corso: per alcuni giornali è ormai in fase avanzata e la seconda fonte di entrate è diventata prevalente e ha addirittura ribaltato positivamente le fortune di quei giornali, per altri è cominciata tardi e con meno convinzione, e più passa il tempo più diventa difficile costruirne la riuscita, per affollamento e saturazione del campo e ritardo nella costruzione del know how e del pensiero necessario.
Anche perché le cose continuano ad accelerare e il ritardo si aggrava: il 2024 è atteso dai più esperti e avveduti sul tema come l’anno in cui questa transizione dovrà avere ancora maggiori accelerazioni e al tempo stesso mantenersi duttile rispetto all’imprevisto, che si è rivelato una condizione inevitabile di questi anni. Una serie di nuove regole e di scelte da parte delle grandi piattaforme e degli inserzionisti dovrebbe diminuire ulteriormente gli investimenti pubblicitari sui giornali, con grandi preoccupazioni ma anche opportunità – obbligate – per le testate che sappiano spostare il loro valore dalla quantità alla qualità. Ovvero che abbiano da vendere agli inserzionisti non tanto i numeri delle loro copie o del loro traffico ma un’identità qualificante e un pubblico mobilitabile, e i cui dati siano in possesso delle singole testate e non consegnati a Google, Meta o altri intermediari.
Sono solo accenni di un contesto generale che, come dicevamo, sarà suscettibile di agitazioni le più varie. Potenzialmente, persino di un ritrovato valore della pubblicità, se qualcuno si inventa modi nuovi per attrarla e sfruttarla. Quelli vecchi è difficile che tornino promettenti: nel migliore dei casi declineranno più lentamente, la stessa cosa che sta avvenendo con le vendite delle copie cartacee.
Fine di questo prologo.
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