domenica 23 Ottobre 2022
Parliamo di una cosa che riguarda solo le testate di informazione italiane, stavolta, ma è che di “scottante attualità”: il nuovo governo, nuovo e inedito per molti aspetti noti, che influenza avrà sulle opportunità commerciali dei giornali e dei siti italiani? Una parte della risposta è legata alle capacità di analisi e di visione del sottosegretariato a cui sarà affidata la delega all’editoria: finora quella delega – come gran parte della politica nazionale – non ha dimostrato grande competenza e sensibilità sui cambiamenti nell’informazione globale, e nel centrodestra se ne sono viste ancora meno. È quindi più probabile che la progettualità di questo governo si risolva – come anche per quello passato – nel rinnovare contributi economici privi di qualunque visione o indirizzo, e destinati soltanto a proteggere consuetudini in crisi e status quo, invece che incentivare soluzioni nuove o esperimenti di cui ci sarebbe bisogno.
L’altra parte della risposta è legata invece ai contenuti dei giornali: si sa che stare all’opposizione solitamente aiuta le vendite più di quanto lo faccia appoggiare i poteri vigenti. Questo potrebbe indebolire i quotidiani di centrodestra, e per esempio la Verità – titolare di grosse crescite “di opposizione” negli ultimi due anni – si è affrettata comunque ad attaccare il nuovo ministro della Salute (per essere stato favorevole al Green Pass) per mantenere un proprio posizionamento “contro”. Viceversa, Stampa e Repubblica che sono state molto critiche contro l’alleanza di governo in campagna elettorale senza beneficiarne molto, potrebbero trarne maggiori vantaggi d’ora in poi, se volessero rimanere sulla stessa linea. Più convincentemente aggressivo è stato ed è Domani – insieme naturalmente al Manifesto – che evidentemente sta investendo ancora molto nel provare a occupare uno spazio trascurato da Repubblica ; il Foglio poi si troverà a dover decidere tra più recenti critiche e più longeve sintonie con i partiti di questo governo; quanto al Fatto , potrebbe essere meno capace di mobilitare i propri lettori contro la destra di quanto non lo sia stato finora contro il governo Draghi o contro il PD.
Insomma, tra tutte le cose che dovremo osservare di questo governo, sarà anche interessante capire che variabile diventerà nelle scelte dei quotidiani e dei siti che si occupano di politica.
Fine di questo prologo.
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