domenica 9 Giugno 2024
Viene chiamato “uomo morto” un dispositivo sui treni che serve a garantire la vigilanza dei macchinisti: crea l’impegno a fare una cosa apparentemente inutile ma che serve a dimostrare ogni tot tempo che chi è alla guida del treno è vigile e consapevole della situazione.
Il prologo di oggi è un prologo “dell’uomo morto”: serve a mostrare ogni tanto che siamo svegli, e che abbiamo presente il mondo dell’informazione intorno a noi, a costo di fare considerazioni banali e ingenue.
Ma proviamo a pensare in termini di logica: com’è che in Italia quasi tutti i giornali scelgono di dire ai loro lettori che una parte politica ha sempre torto e mai ragione? È realisticamente e statisticamente impossibile che sia davvero così: eppure non compare mai un articolo o un titolo che dica “X ha fatto questa cosa giusta” o “X ha ragione e i suoi avversari torto”, dove X è – a seconda del giornale – l’obiettivo che quel giornale ha scelto di contestare quotidianamente, per soddisfare e alimentare le cieche partigianerie dei suoi preziosi lettori. Perdendo però così credibilità e affidabilità: perché, appunto, delle volte X ha ragione e i suoi avversari torto, inevitabilmente. E perdendo coerenza: perché X ha detto o fatto la stessa cosa che altre volte dissero o fecero i suoi avversari, che vennero allora lodati e apprezzati da quel giornale.
L’alibi è chiamare questo approccio “linea editoriale”: ma è una linea commerciale e demagogica, in realtà. Non dipende da un’idea del mondo, ma da una rigidità di pensiero unita a una necessità economica. Non è diversa da quella dei giornali sportivi che “tifano” per singole squadre, per essere letti e apprezzati dai tifosi di quelle squadre. I giornali migliori, quelli a cui dare fiducia, saranno quelli dove troverete qualcuno che dica “Ha ragione Meloni” o “Ha ragione Schlein” senza ironie o premesse o distinguo, quando fino al giorno prima quei giornali le avevano attaccate.
Fine di questo prologo.
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