domenica 11 Febbraio 2024
In mezzo a tutti i cambiamenti che riguardano i giornali ce n’è uno che sembra piccolo ma ha un grosso valore simbolico ed esemplare: i quotidiani non escono più la mattina (o il pomeriggio), come hanno fatto per secoli. Le edizioni digitali dei quotidiani – ovvero il “giornale”, quello completato e concluso, con quel numero di pagine e articoli – escono quasi tutte pochi minuti dopo la mezzanotte, e alcune anche prima. Quotidiani che “chiudono” presto – il Foglio o Domani, per esempio – portano la data di giovedì ma sono già leggibili il mercoledì. Altri sono leggibili e letti poco dopo la mezzanotte, in un tempo che le vite di molti collocano ancora sul giorno prima. Oltre a quello che implicano nel ruolo del “giornale” e della sua lettura all’interno delle vite e delle abitudini (con antichi nostalgici precedenti per gli abitanti delle grandi città e gli strilloni della mezzanotte ai semafori stradali), questi nuovi tempi di lettura generano occasionali piccole contraddizioni. Potete leggere, prima di andare a dormire, notizie che vi sembrano vecchie l’indomani – quando molti ne parleranno -, o articoli che annunciano eventi “nella giornata di oggi”, che però è domani. Fino al paradosso da Ritorno al futuro per cui venerdì sera, a mezzanotte e qualche minuto, su alcuni quotidiani si poteva leggere che Amadeus aveva letto un comunicato degli agricoltori sul palco di Sanremo prima ancora che Amadeus leggesse davvero il comunicato degli agricoltori sul palco di Sanremo.
Fine di questo prologo.
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