domenica 11 Settembre 2022

Charlie, le libertà di tutti

Il regista Gianni Amelio si è rifiutato di rispondere a un giornalista e critico cinematografico dell’ Espresso durante una conferenza stampa seguita alla presentazione del suo film al Festival di Venezia. Amelio ha spiegato, con toni goffi e accorati, di avere sofferto una precedente critica dello stesso giornalista come un incrinamento dei rapporti tra i due e di non voler più averci a che fare. Il confronto tra i due, ripreso in video, ha avuto estese curiosità come tutte le polemiche che coinvolgano almeno un personaggio pubblico, ma anche generato reazioni un po’ sopra le righe che hanno evocato i temi della “libertà di stampa” o del “diritto all’informazione” rispetto alla scelta di una persona di non rispondere a un giornalista per ragioni emotive proprie. E in tempi in cui mancano spesso solidarietà e protezioni a giornalisti che corrono rischi gravi per impegni nobili e preziosi alla democrazia, il frequente ricorso al vittimismo delle testate giornalistiche (che tendono a impegnarsi soprattutto in difesa dei propri, facendo spesso sospettare intenti autopromozionali) rischia di fare presso i lettori l’effetto di “al lupo, al lupo” quando poi capita che sia necessario il loro coinvolgimento a difesa della libertà di stampa dalle minacce dei lupi veri. Non è benaltrismo, da cui guardarsi sempre: è avere attenzione per il valore delle parole e delle cose, e non diffonderne l’avvilimento presso i lettori trasformando una spiacevole e occasionale questione personale in una presunta battaglia di libertà. Essere credibili.

Fine di questo prologo.

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