domenica 18 Febbraio 2024

Charlie, guardare fuori

I destini dei quotidiani locali, nei tempi di crisi dei media che sono intenso oggetto di questa newsletter, sono spesso trascurati dal dibattito. Gli americani ne parlano molto, perché da loro quasi tutti i quotidiani sono considerati locali, mentre da noi c’è poco confronto e discussione sulle loro difficoltà peculiari e sulle loro eventuali opportunità: il Post ne aveva scritto un po’ qui, ormai tre anni fa. Questa povertà di riflessione concorre a una limitata spinta verso l’innovazione e la sperimentazione e verso la ricerca di soluzioni, a cui spesso si aggiungono anche le minori risorse di “contemporaneità” e competenza digitale delle province. A lungo si è detto che il rapporto con “il territorio” e le comunità locali avrebbe potuto essere il capitale più prezioso, ma d’altra parte l’accesso alla comunicazione globale in qualunque angolo di mondo ha anche indebolito il valore di quel rapporto. Proprio per questo può essere interessante mettere nel dibattito e nelle riflessioni uno spunto che arriva dalla scelta di un piccolo quotidiano americano, di occuparsi di più della politica e delle cose nazionali. Proprio perché il rapporto con i quotidiani nazionali si sta esaurendo, i quotidiani locali potrebbero provare a occupare lo spazio di messaggeri di riferimento di un’offerta che superi i confini locali: immaginando che ai loro lettori possa a volte interessare di più trovare in prima pagina cosa succede nella campagna elettorale delle Europee o nel dibattito sulla violenza contro le donne, piuttosto che la grande foto di un incidente stradale o l’annuncio di nuove assunzioni dell’azienda degli autobus. E investendo sulla qualità del proprio giornalismo di maggior respiro, senza nulla togliere all’utilità dell’informazione locale. È solo un’idea, visto che non ne girano tante.

Fine di questo prologo.

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