domenica 2 Giugno 2024

Charlie, facce ride

È capitato spesso, ormai persino da decenni, che venisse messa in discussione e criticata un’inclinazione del giornalismo a mescolarsi troppo con “l’intrattenimento”, e che queste ibridazioni prendessero anche il nome di “infotainment”: con accenti critici da parte di chi teme che il ruolo di servizio pubblico dei giornali finisca per cedere troppo terreno a queste più frivole funzioni (che nei giornali ci sono sempre state: i cruciverba, i fumetti, le ricette, gli oroscopi). Ma nelle consuetudini di una parte del giornalismo italiano lo squilibrio verso l’intrattenimento è così visibile da occupare lo spazio principale: ovvero i giochi di parole nei titoli da prima pagina. E quanto questo sia considerato normale e benvenuto lo dimostra che alle eventuali critiche sulla povertà e ingannevolezza informativa di quegli spazi così importanti e visibili, i loro difensori rispondono celebrando le occasionali riuscite spiritose piuttosto che mettere in discussione l’approccio stesso: a conferma che farci sorridere è ritenuta da una parte dei lettori (e dei giornalisti) una missione prioritaria dei giornali.

Fine di questo prologo.

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