domenica 10 Gennaio 2021

C’è disordine nell’Ordine

Spiegare a cosa serva l’Ordine dei Giornalisti non è facile. In teoria dovrebbe garantire a tutti che ci siano un filtro e una formazione della qualità dell’informazione che riceviamo, per prima cosa, facendo sì che sia affidata prevalentemente a persone con competenza ed etica: ma questo obiettivo – già un po’ sfuggente nelle definizioni – è nella pratica perseguito con grande sbadatezza, e affidato solamente a un iniziale esame pigro e scolastico da superare dopo formazioni le più diverse (l’introduzione dei “crediti” nei percorsi professionali successivi ha creato più un’industria dei crediti che una vera qualità di aggiornamento e formazione). Insomma, la competenza e l’etica sono doti costruite più individualmente – che si sia giornalisti o no – che dalle strutture dell’Ordine. In più, in questi decenni in cui la produzione e diffusione di informazioni sono traboccate ovunque fuori dai tradizionali “mezzi di informazione”, la distinzione di affidabilità e responsabilità tra giornalisti e non giornalisti si è ulteriormente sfilacciata. L’Ordine dei Giornalisti è quindi oggi soprattutto un’associazione di tutela economica dei suoi iscritti, che hanno garantite condizioni contrattuali migliori (quando ottengono dei contratti): e molti giornalisti dicono semplificando che la quota annuale di cento euro serve solo a entrare gratis alle mostre e ai musei (in realtà, nei fatti, il tesserino da giornalista è tuttora un lasciapassare considerato in alcune situazioni ufficiali o emergenziali).

In questo contesto molto stanco e deprezzato ma anche acquisito e immutabile, c’è stata in questi mesi un po’ di agitazione intorno al presidente dell’Ordine, che si chiama Carlo Verna, ha 62 anni e un passato da giornalista sportivo in Rai. E che ha avuto un paio di occasioni di visibilità pubblica in cui non ha esattamente ben figurato: una è stata una maldestra comunicazione assai derisa sui social network a proposito della questioneFeltri-Boldrini, e la più recente è stata il suo aver governato una conferenza stampa di Giuseppe Conte con capacità e autonomia altrettanto discusse. Entrambe queste cose sono state molto sottolineate questa settimana dal suo principale avversario nell’Ordine, il toscano Carlo Bartoli che si candida a rimpiazzare Verna.

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