domenica 4 Febbraio 2024
Il Post ha raccontato una delicata questione di etica giornalistica che è stata affrontata dal quotidiano statunitense Boston Globe, che si inserisce dentro una lunga storia di complicati coinvolgimenti dei giornalisti nelle storie che raccontano, e che mostra la vivacità del dibattito e delle attenzioni – nelle più autorevoli redazioni americane – rispetto a tutta una serie di principi.
“L’articolo riguarda il suicidio assistito di una donna del Connecticut, Lynda Bluestein, che a causa dei divieti in vigore nel suo stato ha dovuto trasferirsi nel Vermont, dove la pratica è consentita. La storia è particolare e rappresentativa, ma l’articolo è stato discusso anche perché l’autore, il giornalista Kevin Cullen, ha attivamente aiutato Bluestein a ricorrere al suicidio assistito firmando un documento per facilitare la pratica, intervenendo quindi in modo attivo e diretto sulla storia che stava raccontando, influenzandone lo svolgimento e diventando, di fatto, parte della storia che stava scrivendo”.
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