domenica 2 Ottobre 2022
Finora non è sembrato, e anzi molti hanno sostenuto – scherzando fino a un certo punto – che quello del Washington Post fosse il vero modello di business vincente in questi tempi difficili: trovare un ricchissimo miliardario che metta un sacco di soldi nel giornale. Ma questa settimana Dan Froomkin – studioso delle debolezze etiche dei media – ha scritto sulla Columbia Journalism Review un lungo articolo che pur ammettendo che non risultino a oggi interventi discutibili di nessun genere da parte dell’editore sulla fattura del giornale, la dimensione delle sue imprese crei un conflitto di interessi inevitabile, e un gravame psicologico sul comportamento dei giornalisti. Il rischio è diventato più concreto con gli ultimi interventi pubblici di Bezos contro le proposte economiche del presidente Biden, che hanno messo il Washington Post nella vulnerabile condizione di non poter prendere posizioni sulla materia senza sembrarne influenzati, in un modo o in un altro.
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