domenica 24 Ottobre 2021
La storia della settimana nell’editoria giornalistica mondiale sono state le dimissioni del direttore del quotidiano tedesco Bild in seguito a un articolo di Ben Smith del New York Times: è la storia della settimana perché ha dentro diverse cose grosse.
– La Bild è uno dei più importanti quotidiani tedeschi, famigerato per la quota di sensazionalismo aggressivo e spesso retrogrado, paragonabile a quella dei più famosi tabloid inglesi.
– L’editore della Bild è Axel Springer, una multinazionale dell’editoria tra le più potenti del mondo, e con una lunga presenza di rilievo nella storia politico-mediatica tedesca.
– Axel Springer sta aumentando il suo potere e la sua attività internazionale acquistando, con grandi investimenti ma anche con operazioni aggressive e accorte, alcune importanti testate digitali fuori dalla Germania: la più recente è Politico, sito di politica statunitense che ha da anni un grosso credito e importanza nell’informazione americana e non solo americana (un lungo articolo su Vanity Fair americano ha raccontato questo lato della storia della settimana).
– Il direttore della Bild era stato brevemente sospeso lo scorso aprile (forse lo ricorderete) dopo le accuse di comportamenti inappropriati nei confronti di alcune dipendenti del giornale: la proprietà aveva fumosamente dichiarato di aver fatto un’indagine interna che aveva rivelato come ci fosse stato qualcosa di inadeguato, ma niente che meritasse interventi più severi, e il direttore Reichelt era tornato al suo posto.
Questo era il contesto su cui è intervenuto domenica scorsa Ben Smith – il più importante “media columnist” del mondo, le cui rubriche settimanali sul New York Times sono diventate attesissime dal mondo dell’informazione per la probabilità che contengano scoop o notizie in anteprima – raccontando meglio ai lettori statunitensi sia cosa sia il nuovo editore di Politico, sia le accuse contro Reichelt, e aggiungendoci nuove rivelazioni raccolte da Smith da ulteriori fonti aggregate a un lavoro giornalistico fatto dal settimanale tedesco Spiegel e alla storia di come un altro gruppo editoriale avesse censurato un proprio articolo sulle accuse stesse. E ottenendo così quello che Axel Springer aveva scongiurato di fare ad aprile: la sostituzione del direttore della Bild.
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