domenica 5 Settembre 2021
È un argomento vituperato da noi, per via dei criteri discutibilissimi attraverso cui vengono scelti i quotidiani che lo stato finanzia in Italia, ma sarebbe una questione centrale nella sopravvivenza di una buona informazione, se affrontato seriamente. Da qualche anno lo stanno facendo sempre di più persino negli Stati Uniti, non il paese da cui ci aspettiamo di più interventi statali nelle cose di mercato e di media: ma la crisi dei giornali ha creato un dibattito invece ricco, e che si può dedicare a testate che svolgono un indiscutibile servizio pubblico. Questa settimana ne ha parlato Margaret Sullivan, che scrive di giornali sul Washington Post, annunciando un possibile intervento legislativo del Congresso: il cui difetto principale, però, è che rischia di essere anche lì “content neutral” ovvero indipendente dalla qualità del contenuto, e di favorire – anche lì – testate “super partigiane”.
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