domenica 5 Maggio 2024
Il public editor è un ruolo tradizionale creato in alcune redazioni nordamericane, anche se ormai da tempo sono rimaste pochissime quelle che lo hanno conservato: è di fatto un “rappresentante dei lettori” presso il giornale, un giornalista che si fa interprete e mediatore di reazioni o critiche nei confronti delle scelte del giornale. Ha una sua indipendenza dalla redazione e dalla direzione, aiuta a mantenere alti i rigori giornalistici e ad aumentare la trasparenza tra lettori e redazione (scrivendo articoli che spiegano scelte, errori e omissioni del giornale). È un ruolo che in Italia è stato adottato con la giornalista Anna Masera alla Stampa, ma che dal 2021 non esiste più neanche lì: negli ultimi anni i «public editor hanno iniziato a scomparire» anche negli Stati Uniti, per esempio, nel 2017 è stata chiusa la posizione al New York Times e l’anno dopo anche quella della rete televisiva ESPN. C’è ancora invece alla rete radiofonica NPR, di cui abbiamo parlato di recente, o al Toronto Star in Canada. Se da una parte il ruolo può attenuare le insoddisfazioni e la sfiducia dei lettori nei confronti dei giornali, dall’altra molte testate non vogliono offrire alle critiche eventualmente fondate un’occasione di essere avallate e condivise ufficialmente.
Ma martedì è stato nominato un nuovo public editor al Dallas Morning News, quotidiano che ha 138 anni, è il principale giornale di Dallas e tra i più importanti giornali locali degli Stati Uniti: Stephen Buckley, reporter e redattore con un’estesa carriera accademica, che oggi, fra le altre cose, insegna pratica giornalistica alla Duke University. Nel comunicato l’editore ha detto che la fiducia nei media è crollata e «questo è profondamente preoccupante per la redazione del Dallas Morning News perché ci rendiamo conto che quando le persone non si fidano delle istituzioni pubbliche e dei media (che hanno lo scopo di chiedere conto dell’operato delle istituzioni pubbliche), qualcosa deve cambiare. Quindi, cosa si fa quando manca la fiducia in una relazione? Si affronta il problema». Buckley lavorerà al di fuori della struttura della redazione e riferirà direttamente all’editore, continuerà a insegnare e terrà una rubrica fissa mensile sul giornale.
Poynter, istituto americano dedicato allo studio del giornalismo, ha scritto che «il Dallas Morning News merita un grande apprezzamento per questa scelta. È costosa e apre il giornale a domande e critiche. Ma c’è anche qualcosa da guadagnarci: affidabilità, responsabilità e, nel migliore dei casi, fiducia dei lettori».
Charlie è la newsletter del Post sui giornali e sull'informazione, puoi riceverla gratuitamente ogni domenica mattina iscrivendoti qui.