domenica 19 Febbraio 2023
Non è una novità per i lettori di Charlie che ci siano sviluppi delle tensioni e degli scontenti all’interno del gruppo GEDI e in particolare di Repubblica, la sua testata più importante: nel giro di tre anni ci sono stati un drastico benché confuso allontanamento dallo spirito e dal posizionamento “politico” del giornale, un calo drammatico delle copie vendute, un’estinzione della competizione col Corriere della Sera, e più in generale la cessione di testate storiche dell’azienda come l’ Espresso e come diversi quotidiani tra cui il Tirreno di Livorno.
Questa settimana però lo sviluppo ha raggiunto dei toni di scontro senza precedenti finora: con uno sciopero nella giornata di venerdì (per cui i quotidiani non sono usciti sabato) e una serie di comunicati molto polemici e severi, soprattutto intorno al timore che la proprietà possa voler vendere anche le testate maggiori. Ipotesi su cui non c’è nessuna notizia, ma le notizie invece su trattative per la cessione di un nuovo gruppo di quotidiani locali – prospettiva finora esclusa dall’azienda – hanno suggerito alle redazioni che non ci sia molto da fidarsi di nessuna rassicurazione.
“In Gedi manca, invece, il piano industriale che il coordinamento dei cdr chiede da tempo.
In un momento di crisi del settore, l’azienda non solo non ha fatto alcun investimento sui suoi giornali, ma anche la sbandierata volontà di puntare sull’informazione digitale si scontra con una totale assenza di programmazione e strategia: importanti investimenti fatti in un recente passato in questo settore sono stati “sconfessati” da cessioni di centri di produzione ritenuti strategici”.
GEDI, da parte sua, ha risposto con un comunicato piuttosto vago e assai fragile di argomenti, raccogliendo gli esempi di soddisfazione non esattamente tra gli asset centrali del gruppo.
“Affermazioni come quelle contenute nel comunicato pubblicato sono inutilmente allarmiste, contrarie alla verità e ingenerose rispetto ai numerosi progetti innovativi realizzati negli ultimi anni, in tutte le aree del Gruppo, che hanno sempre al centro la qualità del lavoro giornalistico e la professionalità di chi scrive per le nostre testate. Fatti concreti che hanno reso Gedi non solo leader italiano nel digitale, sui social, nei podcast e negli eventi tematici sul territorio, ma anche protagonista nel comparto della stampa tradizionale, come dimostrano i successi di Limes e del settimanale D, a cui si aggiunge il prossimo lancio di Door, per citare alcuni esempi. Gedi assicura la prosecuzione della sua strategia di sviluppo, volta a rafforzare il Gruppo attraverso iniziative ambiziose e lungimiranti”.
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