domenica 14 Maggio 2023
Alla propria conferenza annuale che Google chiama I/O, avvenuta mercoledì, la vicepresidente Elizabeth Reid ha annunciato che l’azienda sta sperimentando l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per generare delle risposte che appariranno nella parte superiore di molte pagine di ricerca. La notizia ha preoccupato coloro che lavorano nell’ambito dell’informazione o guadagnano attraverso le affiliazioni con siti di e-commerce, perché porterà inevitabilmente ad una diminuzione del traffico di utenti sui singoli siti, dato che un maggiore numero di persone otterrà ciò di cui ha bisogno direttamente dalla pagina di ricerca di Google.
Per fare un esempio pratico, una persona che oggi scrive sulla barra di ricerca “qual è la regione italiana migliore per le vacanza in camper” può trovare una risposta cliccando su uno dei primi link che Google le propone, andando a leggere il blog di qualche appassionato di viaggi in camper. Con questo nuovo strumento, chiamato “Search Generative Experience” (SGE), sulla schermata apparirà invece un riquadro arancione contenente un paragrafo di testo generato dall’intelligenza artificiale con solo tre link ad articoli di approfondimento, mentre per tutti gli altri bisognerà scorrere in giù. Questo avverrà anche con le domande che riguardano l’acquisto di prodotti, come ad esempio “qual è il miglior amplificatore per una festa in piscina?”
Questo strumento (che ha questo o questo aspetto) è al momento accessibile solo negli Stati Uniti per alcuni giornalisti, esperti del settore, e utenti che si sono iscritti ad una lunga lista d’attesa, ma già sono state individuate dei problemi relativi non solo alla già citata diminuzione di traffico ma anche a possibili errori (dato che l’intelligenza artificiale aggrega le notizie provenienti da un gran numero di siti con dei limiti rispetto alla verifica della loro affidabilità) e il suo utilizzo per temi sensibili, dibattuti o di attualità. Sebbene i rappresentanti di Google abbiano specificato che l’SGE è disattivata per argomenti come la salute, l’economia e alcune specifiche domande divisive come ad esempio se Joe Biden sia un buon presidente, è comunque l’algoritmo di Google a decidere se la potenziale risposta generata dall’intelligenza artificiale sia più utile dei risultati standard, creando dubbi relativi alla possibile arbitrarietà di queste decisioni.
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