domenica 22 Dicembre 2024
HuffPost è da qualche anno il nome della testata online che nacque come Huffington Post, prendendo il nome dalla sua fondatrice Arianna Huffington. Il sito di news americano ha avuto successi e declini, e vicissitudini societarie, e tre anni fa è stato comprato dal gruppo che pubblica un’altra “storica” testata digitale, Buzzfeed.
In quel contesto – mentre diverse edizioni internazionali venivano chiuse – l’edizione italiana dello HuffPost fu ceduta completamente al gruppo GEDI, che ne era socio al 50% dalla nascita.
In questi anni di dismissioni da parte di GEDI e di latitanza di progetto sulle sue proprietà giornalistiche, lo HuffPost italiano è stato piuttosto trascurato, come se fosse l’ultimo dei pensieri della società: che ha venduto quasi tutte le sue testate locali e il settimanale L’Espresso, e ha preso in considerazione la vendita di Radio Capital e persino del quotidiano Repubblica. Nel frattempo le iniziative nuove di GEDI hanno riguardato soprattutto acquisizioni di siti e prodotti digitali a carattere meno giornalistico, e annunci di interessi nella direzione di nuovi risultati pubblicitari sul digitale.
Questa settimana sono circolate notizie (per prima sull’agenzia Radiocor) su un accordo di GEDI con il gruppo Italiaonline, che possiede una serie di siti e proprietà digitali generatrici di grandi quantità di traffico al fine di raccolta pubblicitaria ( Libero e Virgilio , per esempio: Libero il “portale”, non il quotidiano). E le notizie riguardano soprattutto lo HuffPost.
“Ma di cosa si tratta? Lato Gedi, in base a quanto risulta, verrebbero conferiti nella joint venture il sito Huffington Post Italia, il portale di cinema Mymovies, il sito Fem (l’ex Alfemminile) e il portale AutoXY, anche se il perimetro non sarebbe stato fissato in modo certo. Lato Italiaonline, invece, si ragiona su diversi brand, come i portali Libero e Virgilio. Quanto ai tempi, l’operazione e’ ancora allo studio ma la prospettiva e’ quella di chiudere, se tutto dovesse filare liscio, entro il primo trimestre del 2025”.
Martedì, appena letto di queste ipotesi, la redazione dello HuffPost ha diffuso un comunicato assai preoccupato sulle prospettive e sulla vaghezza di questo progetto (di cui non si sa ancora se la maggioranza della società prevista sarebbe di GEDI o di Italiaonline).
“La redazione di HuffPost si è riunita oggi in assemblea dopo aver appreso con stupore da notizie di stampa l’intenzione dell’editore Gruppo Gedi di creare con la internet company Italiaonline come socio esclusivo una joint venture in cui far confluire il nostro giornale. Su richiesta del Comitato di redazione, l’azienda Gedi Digital Srl non è stata in grado allo stato attuale di fornire informazioni essenziali sul progetto, presentato come ancora in divenire e da definire. La stessa vaghezza delle informazioni ricevute non fa che accrescere la preoccupazione della redazione per quella che al momento non viene chiamata né vendita né dismissione ma che tale sembra essere. Il Gruppo Gedi non spiega in alcun modo quale percentuale societaria rappresenterà nella futura joint venture. Le anticipazioni di agenzia fanno capire che i colloqui, al di là delle smentite, siano avviati da tempo. L’assemblea respinge con fermezza ogni ipotesi di uscita dal perimetro aziendale, essendo noi redattori alle dipendenze di Gedi Digital Srl, avendo avuto solo poche settimane fa rassicurazioni che nessuna testata, HuffPost inclusa, sarebbe uscita dall’attuale assetto del gruppo editoriale.
Il Cdr di HuffPost porrà in essere tutte le azioni sindacali coinvolgendo l’Associazione Stampa Romana e la Federazione Nazionale della Stampa a tutela dei livelli occupazionali dei giornalisti assunti e dei colleghi collaboratori fissi nel rispetto del contratto di lavoro nazionale giornalistico. Consideriamo l’operazione in essere lesiva del nostro futuro professionale e occupazionale, e agiremo in ogni sede a nostra tutela.
L’assemblea di redazione pertanto dichiara lo stato di agitazione e si riserva di prendere ulteriori iniziative sindacali qualora lo ritenesse opportuno”.
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