domenica 24 Novembre 2024

A Oggi non va bene

Al settimanale Oggi ci sono conflitti tra il direttore e parte della redazione: questa settimana è stato licenziato il vicedirettore Roberto Beccaria, da vent’anni al giornale e responsabile della parte digitale, e in molti hanno protestato, arrivando a un voto di sfiducia a maggioranza nei confronti del direttore Andrea Biavardi.
Le cose si sono messe storte a Oggi quando all’inizio di luglio il direttore Carlo Verdelli – molto amato all’interno della redazione e molto stimato tra i giornalisti italiani – ha deciso di dimettersi dopo due anni non ritenendo di ricevere dall’editore Urbano Cairo (Oggi appartiene al gruppo RCS, quello del Corriere della Sera e della Gazzetta dello Sport) sufficienti risorse e sostegno per produrre il newsmagazine che avrebbe voluto fare. In effetti le inclinazioni dell’editore sono sempre state verso giornali più popolari ed economici, e la sua scelta è stata infatti di rimpiazzare Verdelli con Biavardi, che aveva diretto riviste assai varie di argomenti di minore attualità giornalistica, da For men magazine, a Men’s Health Vera, a In viaggio, e più di recente Airone fino alla sua chiusura, e poi Giallo (che negli stessi due anni ha perso il 30% delle copie), oltre ad avere ottenuto una visibilità televisiva partecipando a programmi di intrattenimento e di cronaca, e ad aver scritto il libro Sbuccia il maschio.

Un voto di sfiducia nei confronti del direttore da parte della redazione non ha nessuna conseguenza formale o pratica, ma ha il valore di un messaggio di forte critica e delusione.
“Con questa mozione la redazione ha voluto esprimere il proprio sconcerto per una decisione, comunicata dall’azienda e dalla direzione, che non appare giustificata da reali necessità organizzative e che, anzi, pregiudica il funzionamento del sito Oggi.it. Le giornaliste e i giornalisti di Oggi denunciano inoltre che a quattro mesi dal suo insediamento il direttore non ha ancora illustrato un piano sullo sviluppo digitale della testata. E ribadiscono l’urgenza di investimenti per il sostegno del giornale in tutte le sue estensioni, chiedendo con forza l’annullamento del licenziamento e il reintegro immediato del collega Roberto Beccaria”.

Anche il Comitato di redazione dei periodici RCS si è unito alla protesta:
“Il Comitato di redazione segnala inoltre la politica contraddittoria applicata ai Periodici da RCS Mediagroup in dieci anni in cui ha fatto ricorso in modo pressoché ininterrotto ad aiuti statali, costringendo gli impiegati e giornalisti a stati di crisi continui, con alternanza di cassa integrazione e solidarietà per risparmi e sedicenti ristrutturazioni, che – come motivazione ufficiale – puntavano allo sviluppo digitale. Con quale risultato? Decapitare il web di uno dei settimanali di punta, senza peraltro mostrare piani di progetti diversi. Una decisione che la dice lunga sulle intenzioni dell’azienda di investire in innovazione. Quello a cui si assistite infatti è un progressivo slittamento della gestione dei social verso il settore del marketing che a sua volta appalta ad aziende esterne la produzione di contenuti.
Il Comitato di redazione stigmatizza inoltre con forza il comportamento e la strategia miope del presidente Urbano Cairo che nel veloce cambio di direttori degli ultimi tre anni ha fatto vacillare la forza di una testata storica come OGGI, un settimanale che porta redditività al gruppo grazie al lavoro delle giornaliste e dei giornalisti della testata” 
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L’editore ha confermato “la decisione di natura organizzativa assunta su richiesta del Direttore e ribadisce che tale decisione nasce dall’esigenza di razionalizzare la struttura direttiva, unificando la responsabilità delle versioni cartacea e digitale del settimanale Oggi” .

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