domenica 25 Settembre 2022
Libération è il quotidiano ormai “storico” (tra pochi mesi avrà cinquant’anni) della sinistra francese: per semplificare molto diremmo che sta a metà tra il Manifesto e Repubblica (nato più simile al primo, divenuto poi meno radicale), perché in Francia c’era già – quando nacque Libération – un grosso quotidiano di posizioni progressiste più moderate, che è ancora il più letto di tutti, Le Monde . La sua storia è ricca di episodi importanti e di sviluppi, che hanno riguardato spesso anche la sua sostenibilità economica, con difficoltà molto gravi in più occasioni, e passaggi proprietari e societari. Adesso è di una sorta di fondazione creata nel 2020 dal suo precedente proprietario, il ricchissimo imprenditore di nascita marocchina Patrick Drahi. Il suo direttore si chiama Dov Alfon, ha 61 anni, è nato in Tunisia ed è franco-israeliano (a lungo ha lavorato al quotidiano israeliano Haaretz ). Libération è il quinto quotidiano nazionale per diffusione, e dichiara circa 90mila copie vendute e 60mila abbonati digitali, con una soddisfacente crescita negli ultimi tre anni dopo un lungo declino.
La notizia di questa settimana è che il giornale ha ottenuto un preziosissimo prestito di 14 milioni di euro da parte dell’imprenditore ceco Daniel Kretinsky, di ricchezza derivata dal business dell’energia ma molto attivo anche nell’editoria giornalistica europea (possiede diverse testate nel suo paese, ma anche in Francia, e una grossa quota della società che pubblica Le Monde; e per qualche tempo si era parlato anche di un suo interesse per il Foglio in Italia). Kretinsky ha anche donato un milione alla fondazione che pubblica Libération.
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