domenica 11 Febbraio 2024
Sbrigativo riassunto semplificato: i giornali hanno sempre avuto e hanno tuttora due maggiori fonti di ricavo. Adesso una di quelle è piuttosto in declino, quella della pubblicità, ma continua a essere prevalente e indispensabile per la maggior parte delle imprese giornalistiche. L’altra, i lettori paganti, è cresciuta negli anni scorsi per chi le ha dato priorità, ma ha rallentato nell’ultimo anno.
C’è persino chi dice che ormai per la maggioranza dei giornali quei modelli non saranno più sufficienti.
Per i prodotti giornalistici digitali il declino della pubblicità ha avuto un fattore specifico che sta diventando sempre più concreto: le scelte e le regole che – per proteggere la privacy degli utenti – stanno venendo introdotte contro i “cookie di terze parti”: ovvero, sempre detto sbrigativamente, la possibilità dei siti di ottenere e raccogliere informazioni sugli utenti e sui loro comportamenti e navigazioni anche fuori dai singoli siti. Con conseguente perdita di valore degli spazi pubblicitari, per minore capacità di profilazione. La scelta più importante in questa direzione è stata quella di Google e del suo browser Chrome, che dopo averla annunciata da tempo inizierà a metterla in pratica quest’anno, con grande allarme del mondo della pubblicità digitale e degli editori.
Invece, raccontata con molta più completezza e dall’inizio, qui:
“Google ritiene invece che i tempi siano maturi per compiere il passaggio, anche perché il suo progetto per farlo è in ritardo di più di un anno rispetto alle tempistiche comunicate qualche anno fa quando la società aveva iniziato a lavorare ai sistemi di tracciamento per la pubblicità online. Il sistema ormai in via di attivazione ha però fatto sollevare altre perplessità, con accuse rivolte a Google di voler avvantaggiare il proprio browser rispetto a quelli della concorrenza e di voler tutelare il proprio sistema per la pubblicità a scapito sempre dei concorrenti. La faccenda è complicata, ma ci riguarda tutti e parte da un “biscottino””.
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