Snapchat Uber Alles
L’altra sera mi sono ritrovato a cena accanto a un manager di Uber originario di Chicago e a un giovane imprenditore del settore fertilizzanti di Chennai che prima lavorava come investment banker a Mumbai.
L’americano, capelli a spazzola biondi, naso aquilino, avrà avuto 30 anni. Il ragazzo indiano, cespuglio spaginato di capelli neri su un sorrisetto dolce e furbo, ne dimostrava 17, ma deve averne avuti 26 o 27, minimo.
Ho chiesto al manager informazioni sulla sua multinazionale: un servizio taxi pagabile solo tramite carte di credito che si usa solo con una app per smartphone. Come sono riusciti a sconfiggere le associazioni dei tassisti che di solito hanno il monopolio in ogni città? Per esempio, la Taxi & Limousine Commission di New York. Oppure, altro esempio a caso, i tassisti romani.
Il manager che sta “aprendo” in moltissime città dell’Asia e la cui società di San Francisco sta inaugurando un servizio nuovo alla settimana in città e cittadine della California, si è messo a ridere.
“Beh, l’Italia è come una zona di guerra. Ma noi siamo imprenditori e non ci arrendiamo. Prendiamo invece New York, o qualsiasi altra città americana…vedi, le istituzioni e il sistema legale in quasi tutto il mondo non sono al passo con i tempi e non hanno la flessibilità necessaria di fronte alla trasformazione che porta la tecnologia. Per esempio: noi riceviamo un’ingiunzione dopo un mese che operiamo su una nuova ‘piazza’. A voler essere generosi con i tempi della burocrazia, ci vorrà almeno un altro mese perché un giudice studi come inquadrare nel suo ordinamento questo nuovo sistema, per capire ad esempio se vada catalogato tra i taxi o nelle limousine. E siamo a due mesi. Noi in due mesi cresciamo così velocemente, creiamo reti così estese, e generiamo così tanto lavoro che non è più possibile eliminarci con una semplice ordinanza. Acquisiamo potere di lobbying. Entriamo in gioco e possiamo competere. Possiamo proporre soluzioni giuridiche che richiedono solo disponibilità nell’interpretazione del codice. I monopolisti, le commissioni come la T&L Commission di New York, che sono gli unici che ci guadagnano con le licenze, non possono farci nulla. La tecnologia li ha schiacciati.”
Interviene il ragazzo indiano: ”È così anche nel settore finanziario. Quando lavoravo in borsa a Mumbai ricordo che di fronte all’ultimo caso di insider trading io e i miei amici ci siamo guardati tra lo sbalordito e il divertito. Ma come, ci siamo detti, quel cretino si è fatto beccare perché lo hanno intercettato al telefono. Capite? Al telefono! Ma chi usa più il telefono per fare insider trading? Ha ha, bisogna essere davvero scemi. Usano tutti Snapchat, no? Tu scrivi un messaggino, tipo WhatsApp, e lo puoi leggere mentre tieni premuto il dito sullo schermo. Appena togli il dito, il messaggio scompare. Per sempre. Si auto-distrugge.” Pizzini con auto-combustione programmata.
Mi fanno pensare, questi grintosi giovani imprenditori che padroneggiano gli strumenti dello Zeitgeist, a come anche il nostro tempo si continua ad auto-distruggere tra scosse di inconscio piacere regalate a naviganti assetati di continue, piccole, spesso insignificanti novità che schiumano dal non-tempo, nell’Ucronia di Internet dove si auto-distrugge anche la capacità di concentrazione diluita nell’always on 24/7, mentre imprenditori e avventurieri finanziari danzano ai bordi della legittimità per trasformare il mondo, ben sapendo che a volte i gangster di oggi sono i ministri di domani. Il crimine di un’era, canone imprenditoriale di un’altra. Capire gli strumenti del presente, utilizzarli per trasformarlo come Uber e Snapchat. Annichilire la concorrenza.
Intanto, il giorno dopo, mi telefona un’amica. Le hanno bloccato la carta di credito che aveva usato per Uber quella sera. La sua banca non si fidava della società che gestiva i pagamenti. Almeno in quell’occasione, la tecnologia li ha schiacciati.