«Non c’è posto precluso ai miei studenti»

Se conoscete Humans of New York sapete che ci è appena finito dentro Obama, e che ci è finito dentro per una ragione molto bella. Per gli altri, la storia è andata così.

«Voglio che tutti i bambini che entrano nella mia scuola sappiano che possono andare ovunque, e che possono appartenere a qualsiasi posto»

Queste parole fanno capire bene che tipo è Nadia Lopez, la preside della Mott Hall Bridges Academy (MHBA), una scuola media di Brownsville (Brooklyn), il quartiere con il più alto tasso di criminalità di tutta New York: un posto dove vivere e crescere è molto difficile. Lopez ha trasformato la scuola in una delle poche zone protette e sicure per bambini e ragazzini, solitamente circondati da violenza, povertà, droga e mancanza di prospettive. Negli ultimi giorni la scuola e la sua preside sono diventate piuttosto famose grazie al fotografo Brandon Stanton, che ha raccontato la loro storia su Humans of New York, uno dei photoblog più famosi e apprezzati di Internet (soltanto su Facebook ha più di 12 milioni di like).

Tutto è cominciato il 19 gennaio quando Stanton, come fa di solito per il suo blog, ha fermato per strada un ragazzino, gli ha fatto qualche domanda e gli ha chiesto se poteva fotografarlo. Il ragazzino si chiama Vidal Chastanet, ha 13 anni ed è di Brownsville. Quando Stanton gli ha chiesto chi era la persona che aveva influenzato di più la sua vita, Chastanet ha risposto «La mia preside, la signora Lopez. Quando ci mettiamo nei guai non ci sospende. Ci chiama nel suo ufficio e ci spiega che la società è stata costruita attorno a noi. E ci dice che ogni volta che qualcuno molla la scuola, in una prigione viene costruita una nuova cella. Una volta ha fatto alzare in piedi tutti gli studenti e ha detto a ognuno di noi, uno alla volta, che era importante».

 

Stanton è rimasto molto impressionato dalla risposta del ragazzino: ha deciso di incontrare Lopez e dedicare un piccolo reportage alla scuola, fotografandone studenti e insegnanti e raccontandone speranze e difficoltà. L’obiettivo della scuola non è solo dare un’istruzione ai ragazzi e proteggerli dal crimine e dal carcere, ma convincerli che non sono condannati a una vita già scritta: studiando e dandosi da fare possono costruirne una nuova, senza preclusioni. «Il nostro colore è il porpora – spiega per esempio Lopez – I nostri studenti si vestono di porpora e così fa lo staff. Perché il porpora è il colore della regalità. Voglio che i miei studenti sappiano che anche se vivono in case popolari appartengono al lignaggio reale che risale ai grandi re e e alle grandi regine africane. Appartengono a un gruppo di individui che hanno inventato l’astronomia e la matematica. Appartengono a un gruppo di individui che hanno sopportato così tanto nella storia e che ce l’hanno comunque fatta. Quando dici alle persone che sei di Brownsville, storcono la bocca. Ma qui ci sono bambini che hanno bisogno di sapere che ci sono aspettative su di loro, che ce la possono fare».

A couple days back, I posted the portrait of a young man who described an influential principal in his life by the name of Ms. Lopez. Yesterday I was fortunate to meet Ms. Lopez at her school, Mott Hall Bridges Academy. “This is a neighborhood that doesn’t necessarily expect much from our children, so at Mott Hall Bridges Academy we set our expectations very high. We don’t call the children ‘students,’ we call them ‘scholars.’ Our color is purple. Our scholars wear purple and so do our staff. Because purple is the color of royalty. I want my scholars to know that even if they live in a housing project, they are part of a royal lineage going back to great African kings and queens. They belong to a group of individuals who invented astronomy and math. And they belong to a group of individuals who have endured so much history and still overcome. When you tell people you’re from Brownsville, their face cringes up. But there are children here that need to know that they are expected to succeed.” Una foto pubblicata da Humans of New York (@humansofny) in data:

In linea con questa filosofia, Lopez e Stanton hanno lanciato una raccolta fondi per accompagnare ogni anno i ragazzini delle nuove classi in gita a Harvard, una delle università più prestigiose al mondo. La gita costa circa 30 mila dollari (più o meno 26 mila euro) e l’obiettivo iniziale era raccoglierne 100 mila, così da portare a Harvard tre classi diverse nel giro di tre anni. Al momento il fondo ha ricevuto oltre 1,2 milioni di dollari di donazioni (più di un milione di euro). La storia di Chastanet, Lopez e della loro scuola è diventata in poco tempo molto famosa: è stata ripresa da giornali, siti di news e programmi tv, tra cui quello della popolare Ellen DeGeneres che li ha invitati alla sua trasmissione. Alla fine è arrivato anche l’invito della Casa Bianca: il presidente Barack Obama ha ritenuto la loro storia esemplare, e ha voluto incontrare Chastanet, Lopez e Stanton nello Studio Ovale. Stanton ha pubblicato le foto di loro quattro insieme su Humans of New York, accompagnandole da questo commento:

«Lopez mi ha insegnato che prima che uno studente sia pronto per l’istruzione accademica deve capire che merita il successo: questa può essere la sfida più difficile dell’istruzione. Lopez dice sempre che non c’è posto a cui i suoi studenti non possano appartenere. Recentemente abbiamo ricevuto un invito che l’ha confermato».

On January 19th, I met a young man on the street named Vidal, and I asked him to tell me about the person who had influenced him the most in his life. He told me about his principal, Ms. Lopez, and he explained how she had taught him that he mattered. Over the next two weeks, I learned the story of Ms. Lopez and her school, Mott Hall Bridges Academy. By hearing the stories of MHBA students and educators, my eyes were opened to the unique challenges facing a school in an under-served community. Ms. Lopez taught me that before a student is ready for academic training, they must be made to understand that they deserve success. And that can be the hardest battle in education. Ms. Lopez always said that there was no place her students did not belong. Recently we received an invitation that proved just that. Una foto pubblicata da Humans of New York (@humansofny) in data:

“Who has influenced you the most in your life?” “My mother. She had me when she was 18 years old, and my father left when I was one year old, so I never really knew him. Like a lot of single moms, she had to struggle to work, and eventually she also struggled to go to school. And she’s really the person who instilled in me a sense of confidence and a sense that I could do anything. She eventually went on to get her PhD. It took her ten years, but she did it, and I watched her grind through it. And as I got older, like everyone else, I realized that my mother wasn’t all that different than me. She had her own doubts, and fears, and she wasn’t always sure of the right way of doing things. So to see her overcome tough times was very inspiring. Because that meant I could overcome tough times too.”

Una foto pubblicata da Humans of New York (@humansofny) in data:

 

Chastanet ha chiesto a Obama chi è stata la persona che ha avuto maggior impatto sulla sua vita e lui ha risposto: «Mia mamma. Mi ha avuto a 18 anni e mio padre se n’è andato quando avevo un anno, perciò non l’ho mai conosciuto davvero. Come molte altre madri single ha faticato a trovare lavoro e ha anche faticato per studiare. È lei la persona che mi ha instillato la sicurezza in me stesso e la convinzione che potessi fare qualsiasi cosa. Alla fine è riuscita a prendere il suo PhD. Ci ha messo dieci anni ma ce l’ha fatta e io ho assistito a tutto il tempo in cui ha sgobbato».

Se volete donare anche voi qualcosa al fondo dedicato alla scuola, potete farlo qui.

Shout out to @humansofny Una foto pubblicata da Pete Souza (@petesouza) in data:


Barack Obama, Vidal Chastanet, Brandon Stanton e Nadia Lopez fotografati da Pete Souza, il fotografo ufficiale della Casa Bianca

Arianna Cavallo

Libri, moda, fotografia, ma soprattutto Cit. Editor al Post. Twitter: @ariannacavallo