I sogni di allora sono quelli di oggi
Negli Stati Uniti il terzo lunedì di gennaio si festeggia il Martin Luther King Day, in memoria del più famoso attivista e leader del movimento per i diritti civili degli afroamericani. Anche il New Yorker – il più bel settimanale degli Stati Uniti – ha celebrato la ricorrenza e ha messo in copertina Martin Luther King, ritratto come in una delle famosissime fotografie delle marce da Selma a Montgomery, in Alabama, che guidò nel marzo del 1965 (questa in particolare, dove Martin Luther King è affiancato da John Lewis, deputato afroamericano della Georgia, dal reverendo Jesse Douglas, da James Forman, attivista per i diritti civili ed esponente delle Pantere nere, e da Ralph Abernathy, che guidò la marcia su Washington dopo l’uccisione di King).
Nella copertina del New Yorker – che si intitola The Dream of reconciliation – gli esponenti delle lotte per i diritti civili sono sostituiti però dalle persone diventate nelle ultime settimane simbolo delle discriminazioni e degli scontri razziali, recentemente riemersi nella società statunitense. Ci sono Trayvon Martin con la sua felpa, il 17enne nero ucciso in una strada di Sanford, in Florida, dalla guardia giurata bianca George Zimmerman, nel febbraio 2012; Eric Garner, 43 anni, nero, morto soffocato dopo un brutale pestaggio dal poliziotto bianco Daniel Pantaleo, nel luglio del 2014 a New York; Michael Brown, il diciottenne nero ucciso nell’agosto 2014 dal poliziotto bianco Darren Wilson a Ferguson, in Missouri; e Wenjian Liu,il poliziotto ucciso a Brooklyn nel dicembre 2014 insieme al collega Rafael Ramos da Ismaaiyl Brinsley, un nero di Baltimora.
La copertina è stata disegnata dallo storico collaboratore della rivista Barry Blitt, che ha spiegato: «Mi ha sempre colpito che l’idea di King prevedesse allo stesso tempo l’emancipazione degli afroamericani, l’importanza dei diritti civili e la riconciliazione tra le persone più difficili da riconciliare. A New York e un po’ ovunque le tensioni tra la polizia e le persone che sorveglia sono in primo piano. Come Trayvon Martin ed Eric Garner, Michael Brown e gli agenti Wenjian Liu e Rafael Ramos, Martin Luther King se n’è andato troppo presto. È difficile immaginare che le cose sarebbero andate così male se lui oggi fosse ancora in circolazione».
Barry Blitt è un illustratore canadese di 56 anni ed è tra i principali autori delle rare copertine del New Yorker che parlano di attualità (la maggior parte è dedicata alla stagione in corso, ai piaceri della lettura, a scene di vita newyorkese e, ciclicamente, al personaggio simbolo di Eustace Tilley). Tra le molte copertine controverse che Blitt ha realizzato, c’è quella con Michelle e Barack Obama ritratti come due terroristi islamici nel 2008, quella del presidente siriano Bashar al-Assad in un laboratorio per produrre armi chimiche insieme a Walter White di Breaking Bad, e quella sullo scandalo del governatore Chris Christie in New Jersey.