Casalesi senza benzina
Domanda: ci sono elementi che potrebbero indicare uno stato di sofferenza del clan dei casalesi? Maurizio Avallone, capo della DIA di Napoli, durante una conferenza, ha rivelato il contenuto di alcune intercettazioni. Da un po’ di tempo i camorristi si lamentano: non ci sono soldi per la benzina, né per pagare gli stipendi. Siano di fronte, dunque, a una crisi economica di così vasta portata che sia i camorristi sia le forze dell’ordine si lamentano delle stesse cose?
Le cause sono diverse. Più precisamente, in questi anni è aumentato il numero dei sequestri di beni della camorra. Ai clan sono stati tolti molti capitali fissi attraverso i quali venivano finanziate le normali attività, come dire, amministrative. Ora, l’immaginario cinematografico ha preferito raccontare i boss, dunque, per un automatismo, alla parola camorra associamo le ville pacchiane e lo spreco indefesso di denaro. Ma se spostiamo il nostro obiettivo dall’alto al basso ed esaminiamo la vita quotidiana della manovalanza di camorra, dobbiamo convenire intorno a un giudizio: la maggior parte degli appartenenti ai clan fa una vita di merda. Non hanno stipendi così alti, sono infatti equiparabili a quelli dei normali impiegati di livello medio-alto. E poi la manovalanza vive nell’incubo della contabilità. Devono conteggiare le ditte sul territorio, ordinare le loro attività, pedinare gli imprenditori, cercare quegli amministratori o quei politici corruttibili, e non hanno orari, non ci sono feste. E adesso stanno finendo i soldi.
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