Cosa ne penso di iOS 9 (e di iPhone 6s Plus)
La versione numero nove del sistema operativo per i telefoni e i tablet di Apple, iOS 9, è stata annunciata durante la conferenza mondiale degli sviluppatori (WWDC) che si è tenuta come di consueto a San Francisco l’8 giugno 2015.
Come è accaduto per la parallela nuova versione di OS X del Mac, la 10.11 El Captain, anche iOS 9 è una versione di sistema operativo centrato più sul miglioramento dell’esistente che non sull’introduzione di eclatanti novità di interfaccia. Con una notevole eccezione data dal 3D Touch, che però è possibile utilizzare solo se avete uno dei nuovi iPhone 6s o iPhone 6s Plus.
La base dei miglioramenti nel codice di iOS 9 porta, a parità di iPhone o iPad, a una maggiore efficienza energetica, una maggiore velocità di esecuzione del sistema e a una maggiore stabilità complessiva. A differenza di quanto ho fatto con OS X, non ho utilizzato la versione beta (preliminare) a cui Apple ha dato accesso a partire da questa edizione del sistema operativo per iPhone e iPad. Questo perché, mentre con il Mac è possibile creare una seconda partizione e lavorare in parallelo con i due sistemi, con iOS non si può e sia il mio iPhone che il mio iPad sono parte critica della mia catena produttiva oltre che della mia vita privata. L’ipotesi di avere alcuni mesi di telefono e tablet non funzionanti o non stabili non è un’opzione che possono permettermi.
Adesso, dopo il lancio del 21 settembre, è quasi un mese e mezzo di utilizzo ininterrotto di entrambi i sistemi su iPhone e iPad. Il secondo è un iPad Air 2, mentre il primo è nel frattempo stato aggiornato dal modello iPhone 6 Plus al nuovo iPhone 6s Plus. Risultato: ho una opinione abbastanza chiara di cosa sia cambiato e di come questi cambiamenti impattino il vecchio e il nuovo tipo di telefono, cioè quelli con o senza 3D Touch.
Andiamo con ordine: iOS 9 (giunto lo scorso 21 ottobre alla versione 9.1 per avere supporto per l’ormai prossimo iPad Pro, la penna di questo apparecchio – che si chiama fantasiosamente Pencil – e la compatibilità con la quarta generazione di Apple Tv appena uscita) è un buon sistema operativo. La maggior parte dei cambiamenti “visibili” riguardano l’iPad di ultima generazione (iPad Air 2 oppure il nuovo iPad mini 4) e il funzionamento sui nuovi iPhone 6s.
Apple ha aggiunto su iPad la possibilità di lavorare su due schermi in parallelo, in maniera non dissimile da quanto si fa con OS X 10.11 El Captain. Questa funzione non è un reale multitasking (nel senso che non si può interagire con entrambe le metà dello schermo) a meno che i software non siano stati adattati e soprattutto non abbiate uno degli iPad con i processori più nuovi (iPad Air 2 dell’anno scorso oppure il nuovo iPad mini 4). Nel caso sia possibile farlo, come è per me, si nota subito che il meccanismo non è intuitivo o eccezionalmente fluido. Però funziona bene: si possono mettere due documenti uno accanto all’altro (questa è una cosa che i giornalisti o chi scrive avendo i propri appunto i altre note sott’occhio apprezza molto) ma anche si possono usare altre fonti di dati, come il calendario, la mail o tutti gli altri software compatibili. Uso molto 1Password, che adesso ha anche questo oltre ad altri modi per essere utilizzato.
Sugli iPad c’è poi una sorta di 3D Touch per muovere il cursore dove vogliamo: mettendo entrambe le dita sulla tastiera questa diventa grigia e si muovono le dita muovendo il cursore nel testo come se usassimo una trackpad. Interessante e utile. Sarebbe comodo averla anche sui telefonini.
Apple ha poi introdotto il font San Francisco, che è stato criticato ma che a me piace sia per come si presenta a schermo che per come risolve situazioni di visualizzazione prima imprecise. Inoltre, in generale Apple ha fatto un lavoro di razionalizzazione dell’interfaccia con piccole aggiustature e pulizie che si notano appena. Non sempre funzionano, ma l’idea è che ci siano cose interessanti, come vedremo nel multitasking. Se non si cambia il modo, adesso si vedono i font minuscoli sulla tastiera virtuale sino a quando non si preme il tasto delle maiuscole. Secondo me è stato più questo che non il passaggio al font San Francisco a spiazzare molti utenti. Comunque, nelle preferenze è possibile ritornare al modo tradizionale.
Apple ha anche aggiunto, accanto al menu tastiera-estesa che permette di avere suggerimenti sull’autocompletamento delle parole (giù da iOS 8) anche la possibilità di fare “undo” e “redo” (cancella e ripeti) e finalmente di incollare senza dover impazzire a muovere il cursore con la punta del dito e poi far emergere il menu contestuale multifunzione (che c’è sempre e che peraltro è diventato più comodo da usare).
Sono state cambiate anche altre cose: le Note, simmetricamente a quel che è successo con OS X El Captain, sono diventate più ricche sia come possibilità di formattazione che come oggetti che possono essere caricati o selezionati (ci sono le to-do list e si possono riorganizzare tutte le immagini salvate) oltre a un nuovo modo di sincronizzazione per me leggermente più lento. Adesso che ho passato tutto alla nuova generazione di sistemi operativi di Apple ho potuto provare a lungo le note, che per me sono molto importanti, e ho visto che il miglioramento complessivo arriva a scapito di una certa pigrizia di iCloud a sincronizzare.
Veniamo al multitasking. A parte lo Split Screen con le due metà che si fiancheggiano, è anche possibile passare da un’app all’altra utilizzando il 3D Touch: poggiando un dito sul lato sinistro e muovendo lentamente verso il centro, si cambiano app (una versione potenziata di Slide Over). Il carosello del multitasking (quello che si ottiene premendo due volte il tasto home) è invertito (va da destra verso sinistra anziché il contrario) e non mette più davanti l’app che si stava usando, bensì quella successiva. Avevo sviluppato una notevole memoria muscolare per il precedente sistema, ho scoperto, e mi ci è voluto un po’ per riabituarmi, ma ci sono riuscito. Non è più comodo ma è più veloce e graficamente più riuscito.
Cambia invece quel che c’è attorno. Adesso con il doppio click sul tasto home non si vedono più le persone più chiamate. Ci si arriva invece spostando verso sinistra la schermata, dove si accede a Spotlight con il campo per fare Cerca ma soprattutto con i “Suggerimenti di Siri”: persone più spesso sentite e app che forse vogliamo usare in quel determinato contesto. Le due righe possono diventare quattro (due e due) se si clicca su “Mostra più risultati”.
Notifiche e Oggi, i due pannelli con widget che si ottengono muovendo invece il dito dall’alto verso il basso sono ricchi di informazioni che per me non hanno ancora trovato un vero ordine. Stessa cosa per le notifiche sulla schermata di blocco. Alla fine credo sia più che altro un mio problema di sovraffollamento mentale di informazioni. Ci sono troppe app per comunicare (messaggi, telegram, skype, whatsapp), troppe notifiche in sospeso (facebook e gli altri social), troppe mail che arrivano ogni momento.
Il grande salto in avanti fatto da Siri e dai sistemi proattivi del telefono e del tablet mi hanno emozionato fino a un certo punto. Per me la privacy e la durata della batteria restano sempre i due fari principali: condivido mal volentieri la mia posizione GPS per questi due motivi e disattivo notifiche e accessi più spesso di quanto non li autorizzo. Mi piace più avere connesse le app produttive a Dropbox che non dare accesso al mio calendario o alla mia posizione. Penso di essere “vecchio” da questo punto di vista, ma penso che il resto del mondo se ne farà una ragione.
Un cambiamento che per me avrebbe dovuto avere un impatto notevole, visto il numero di aerei che prendo, doveva essere il passaggio da Passbook al Wallet. A parte la nuova icona, non ho capito ancora quale sia la differenza: è pieno di biglietti aerei e poco altro, non ci ho messo né carte di debito né di credito, né programmi di loyalty né Apple Pay (che da noi non c’è).
Sul “vecchio” iPhone 6 Plus ha funzionato tutto alla meraviglia. Una certa timidezza dell’apparecchio nel ruotare lo schermo da posizione orizzontale a verticale, manifestata dopo poco l’inizio dell’uso un anno fa, è continuata senza differenza, segnale secondo me che si trattava di un problema hardware. Per il resto, i vantaggi sono stati quelli indicati sopra. La durata della batteria, a cui nel frattempo si era aggiunto prima dell’estate anche il Bluetooth per gestire l’Apple Watch, era rimasta buona anche se non più quella epocale degli esordi. Ma è penso fisiologico. Comunque, ben più di un giorno di autonomia.
Poi ho messo via il vecchio e preso il nuovo iPhone 6s Plus. Apparentemente identico (ho anche scelto sempre il solito “space gray” come colore, incapace di capire chi ama il color oro giallo o rosa che sia) ma in realtà profondamente diverso. Ho cambiato il passcode quando ho cambiato il telefono seguendo le nuove linee guida che obbligano ad avere almeno sei numeri. Ho abilitato ovunque il doppio fattore di autenticazione, che richiede da parte di Apple la presenza di un altro apparecchio “fidato” a cui mandare il secondo codice, oppure un numero di telefono cellulare.
Avevo già avviato il sistema per quanto riguarda servizi terzi (Google, Evernote, Facebook, Dropbox) e per tutti questi utilizzo Google Authenticator, app gratuita che è sostanzialmente una versione app delle chiavette con i codici delle banche. Durante la migrazione dal vecchio al nuovo telefono tutto è andato liscio (due anni fa c’erano stati grossi problemi) e mi sono portato dietro tutte le chiavi che generano le sequenze crittografiche senza doverli resettare. Meglio ma forse è un rischio di sicurezza.
Ho fatto anche la migrazione dell’orologio, con un sistema piuttosto semplice. Bisogna avere l’avvertenza, dall’app Watch, di “sganciare” l’orologio dal telefono. Viene fatto un ultimo backup dentro l’app e poi il legame Bluetooth tra i due viene reciso. A questo punto, ultimo backup del telefono vecchio, migrazione al nuovo con ricostruzione a partire dal backup precedente, e quindi nuovo appaiamento del telefono con l’orologio. Quando viene richiesto, ovviamente, si indica il backup dell’orologio come punto di partenza del ripristino e in dieci minuti (più il tempo del passaggio da un telefono all’altro) l’orologio ritorna ad essere quello di prima. Consiglio comunque di fare queste operazioni la sera o un giorno che si ha tempo, perché se va male bisogna ripartire da zero e le cose possono diventare piuttosto lunghe.
Veniamo quindi al blocco di novità specifiche per iPhone 6s e iPhone 6s Plus, che non hanno il multitasking in split screen (hanno però la modalità di passaggio diretta da una app con un link all’altra, con la possibilità di premere in alto a sinistra per tornare all’app precedente. È una cosa un po’ in stile Android ma ben congegnata e coerente, alla fine diventa una cosa utile).
Il 3D Touch secondo me è una piccola rivoluzione. Non so se sia paragonabile davvero al multitouch, ma di sicuro ci si avvicina. Aggiunge in pratica una terza dimensione all’interazione con il telefono: oltre che muovere le dita a destra e sinistra, singolarmente o in gruppo, in modo unico o divergente (insomma: tutte le gestures a cui siamo abituati), adesso si può anche premere più forte e ottenere un risultato in più. Dipende dal contesto e dalla capacità del programmatore di trovare delle soluzioni utili. Le app di Apple bene o male hanno tutte qualche uso possibile: la fotocamera se si preme direttamente sull’icona ci propone il menu contestuale dal quale si possono scegliere video, foto o altre cose da fare. Dentro le singole app, ad esempio la posta elettronica, si possono vedere strati di informazione diversi in maniera più semplice: un triage in punta di dito semplicemente premendo su un messaggio non letto per vedere il fumetto con il contenuto e uno swipe per classificarlo (o buttarlo) rispetto a prima quando bisognava entrare dentro il messaggio eccetera. Se è un link, si vede il fumetto con l’anteprima della pagina web, se è una data si vede il fumetto con il giorno e la “zona” oraria del proprio calendario. Insomma, i contesti sono davvero tantissimi e c’è chi sta cercando di dare più spazio a questa modalità di interazione.
Sono convinto che funzioni molto bene, dopo un paio di giorni è più semplice farlo che non spiegarlo e presto secondo me arriverà anche sugli iPad, diventando il modo universale di utilizzo di questi computer. È un buon sistema? Sì. Giustifica il passaggio da un iPhone precedente a questo? Abbastanza. L’unico dubbio lo avrei per i possessori di iPhone 6, che possono forse aspettare l’arrivo dell’iPhone 7.
Nel suo complesso l’iPhone 6s Plus è un ottimo telefono, con caratteristiche di rigidità superiori al recedente, peso analogo, batteria più efficiente, videocamera molto più performante. Ci sono state critiche su alcuni siti sul risultato che si ottiene dalla videocamera e fotocamera dell’iPhone 6s Plus e sicuramente in astratto sono sensate. Per quanto riguarda l’utilizzo, a me va benissimo questo. Critico solo l’introduzione delle foto animate (che può fare solo la nuova generazione di telefoni), basate su 1,5 secondi di testa e di coda rispetto all’immagine scattata. Per me è inutile, ma forse piace e allora ben venga.
Un’altra cosa. Il nuovo sistema operativo ha aperto un discreto casino introducendo la possibilità di installare dentro Safari (il browser di Apple) delle estensioni tra le quali i blocca-pubblicità. Ce ne sono svariati, addirittura alcuni sono stati ritirati dal commercio per motivi etici (Marco Arment ha ritirato il suo Peace perché non apprezza l’uso che ne viene fatto dagli utenti) e in generale questo apre un capitolo piuttosto ampio e interessante del rapporto tra chi produce siti internet, chi fa contenuti, chi eroga pubblicità, chi realizza gli strumenti per visualizzare tutto questo (i browser) e chi infine nuove navigare in rete. Ci sono vari elefanti nella stanza, a partire dalla qualità pessima di molta pubblicità, stupida e invasiva, e sicuramente anche l’attitudine di molti utenti a volere tutto gratuito “saltando” le interruzioni pubblicitarie. Però è un tema da vedere e che resterà sul tavolo a lungo. Fa impressione notare che questa singola modifica tecnologica introdotta da Apple abbia generato un tale vespaio e oltretutto dato un colpo così forte al fatturato di chi produce contenuti distribuiti con la pubblicità.
Ecco, questo è il mio percorso “dentro” iOS 9, che è un signor sistema operativo, basato sui fondamentali introdotti da iOS 7 (quando Jony Ive prese il controllo anche dell’estetica e dell’interfaccia dei sistemi operativi di Apple e decise di eliminare gli aspetti scheumorfici delle precedenti generazioni di sistemi operativi) e rafforzati poi da iOS 8. Sotto il cofano, come dicevo, ci sono tante novità. La più importante secondo me è lo “App Thinning”, ma ci sarà occasione di parlarne più avanti quando vedremo nel dettaglio la nuova Apple Tv. Con questa generazione di sistema operativo Apple secondo me ha fatto un ottimo lavoro e nel complesso soprattutto i tablet (per lo split screen) hanno trovato vantaggi generali, mentre i telefono devono avere la possibilità hardware di far vedere il 3D Touch per dare il meglio con questa nuova versione.
Se avete la possibilità e il vostro apparecchio è compatibile (da iPhone 4s in su, da iPod touch di 5 generazione, da iPad 2 e da iPad mini di prima generazione), vi consiglio di farlo. Risparmierete spazio di memoria, avrete qualcosa in più in termini di performance e di batteria, e se i vostri apparecchi sono recenti potrete anche usufruire di buoni risultati per quanto riguarda le nuove tecnologie.