Arrivare primi o secondi sulla notizia, in tv
Come spesso accade, il titolo italiano di un film straniero contiene un giudizio che non c’era nella versione originale. Ho visto The Nightcrawler, in uscita da noi con il titolo Lo Sciacallo, che sottrae tensione al racconto, già grottesco, estremo. Titolo inutilmente spoiler. Ovviamente non dico come finisce per quelli come me che nulla leggono prima e odiano la nuova moda dei traileroni infiniti che ti devi sorbire nei cinema e che ti dicono tutto. Ma come inizia il film si.
È la storia di Lou che cerca un lavoro (qualsiasi) e ha l’idea di fare quello che arriva per primo sui luoghi degli incidenti, e poi dei crimini, per vendere i materiali girati ad una televisione. Lou lavora molto di notte ed ecco perché il titolo americano che dice di chi va in giro, esce quando è buio. La recitazione allucinata di Jake Gyllenhaal, è stato scritto ed è evidente, ricorda quella di De Niro in Taxi Driver.
Arrivare primi per alzare il proprio prezzo sul mercato, alzando gli ascolti televisivi. Una regola che vale in tv ma non è applicata da molti sul web, dove fact checking e riflessione tolgono medaglie d’oro da centometrista.
Non è un gran film quello di Dan Gilroy (al suo esordio) ma va dentro una questione che esiste e con cui continuamente facciamo i conti ogni giorno. Esiste una prima linea della notizia che non necessariamente è in prima linea e che non è attrezzata fisicamente (e spesso culturalmente) per fare questo mestiere. E poi esiste un’altra versione di organizzazione di news che arriva a teorizzare il secondo posto nella corsa dei cento metri. The Nightcrawler, apologo sulla prima scelta, credo ci voglia far riflettere sulla notizia fast food. In televisione, in America, spesso il primato si gioca sul filo dei secondi e la lotta per “le esclusive” video fa la differenza. I teatri di guerra locali sono presidiati da un esercito di collaboratori spesso freelance e quindi il film è satira ma ci becca. Il pubblico in sala sorrideva, a tratti, come in un film comico. E allora ti chiedi se è stato raggiunto lo scopo di fotografare lo stato delle cose, almeno in televisione.