Walter chi?
Come molti, insisto a leggere le cronache che raccontano la vita interna alle varie componenti del Partito democratico. E anche i retroscena sul ritorno di questo e quello. E per non farmi mancare niente persino le recensioni al romanzo di Veltroni. Mi applico doverosamente all’intero pacchetto ma non riesco a cancellare una sensazione fastidiosa: non ce ne frega più niente. Non penso alla gente normale, a quegli italiani che da tempo hanno dismesso l’attenzione verso gli interna corporis del PD (se mai l’hanno avuta). Penso ai malati come me. A coloro che per passione o per dovere o anche solo per lavoro non hanno mai del tutto cancellato quella quota di tempo quotidiana da dedicare all’ermeneutica democratica. Quella malattia era spesso mossa anche da idiosincrasia, da un sentimento di repulsione verso questo personaggio o quel tema che comunque funzionava da motore dell’attenzione. Come quando non si rinuncia ad alimentare un’insoddisfazione, preferendo comunque l’insofferenza all’indifferenza.