Un racconto lungo una vita
So di essere lenta nella scelta del progetto di cui parlare. Vorrei che almeno alla lentezza si accompagnasse la meticolosità, ma non posso giurarlo. Questa volta so anche di essere arrivata alla fine di una ricerca fotografica durata un anno (il 3 agosto 2011 cominciai), una foto ogni mattina per 365 mattine. Un traguardo, per me che fatico a finire, così come cominciare. E una sfida, piccola e sincera, ogni mattina: più attenta del solito per cogliere piccolezze della quotidianità che sfuggono nella scontatezza di giorni spesso simili gli uni agli altri. Forse a me questo basta. C’è un uomo invece, un bravo fotografo, che non si accontenta mai, che da tredici anni, dal 1 gennaio 1999, si scatta (o si fa scattare da amici) un autoritratto. Se pensate ai montaggi su vimeo sponsorizzati ad ogni gennaio dello stesso viso con barba con baffi con schiuma da barba senza barba con occhiali su sfondi diversi non ci siamo. Jeff Harris ogni giorno scatta una foto di se stesso mentre fa qualcosa, qualcosa di interessante, che programma, che studia, che prepara, a volte solo e riflessivo, a volte nel bel mezzo di un evento mondano, a volte durante momenti difficili, a volte in giornate di sole, coperto o nudo o nascosto in ciò che lo circonda. Quante cose possono succedere in tredici anni? Non saprei rispondere, mi mancherebbero le idee e dimenticherei cose importanti. Ma grazie al lavoro di Harris ora possiamo averne un quadro chiaro. Bello. Commovente. Tenace. Fiducioso. Forte.