Giorni con mio padre
Mi sono regalata il libro fotografico di Phillip Toledano, “Days with my father”. Cerco ispirazione e conforto tra chi è arrivato prima, tra chi è riuscito a finire una storia, tra chi racconta di mura domestiche e lunghi silenzi.
Questo libro (cominciato come blog) è la storia di un padre che, dopo la morte della moglie, si trova solo e con la memoria malfunzionante, e di un figlio, che per tre anni se ne prende cura. Si vede tutto: quello che con le parole perde di significato perché troppo dentro ad ognuno di noi. Le fotografie di Phillip centrano il soggetto, senza renderlo cristallino. Il viso del padre compare molte volte, ma ogni volta racconta qualcosa di diverso, spesso chiarito dalle didascalie scritte dall’autore. Oggetti che gli appartengono, vecchie foto incorniciate, la sua poltrona preferita, frasi traballanti per ricordare organizzare ringraziare. E ci parlano di quello che è stato, di film degli anni ’30, di Parigi, delle difficoltà di stare vicino ad un genitore bisognoso e della meraviglia del saper amare cosi profondamente.