Sta sotto la superficie
Parliamo per l’ultima volta di estate, vi va? Banalmente parliamo di mare, di sole, di acqua trasparente e pesci colorati, di sabbia bianca e tiepida e di belle donne, anche. Banale è l’argomento, magari. Ma se lo trattiamo attraverso le foto di David Doubilet sembreranno cose mai viste e mai sentite.
Lo conoscete? Diciamo che è nato a New York nel 1946, che scatta da quando aveva 12 anni e che dal 1971 collabora con il National Geographic. Con loro ha pubblicato più di 60 storie, si legge nella bio del suo sito web. E’ un fotografo davvero importante nel campo della fotografia subacquea. Campo che purtroppo rimane molto slacciato dal resto delle fotografia: è raro vedere immagini subacquee su riviste non specializzate, su siti che in generale si occupano di fotografia. Chi la pratica e chi ne è appassionato, orbita in circoli specifici, ha propri concorsi e competizioni fotografiche. Mi viene da pensare che sia più che una passione, che diventi uno stile di vita, una filosofia.
Doubilet scatta immagini impressionanti, che lasciano a bocca aperta, che fanno respirare aria nuova ed immaginare mondi in cui l’uomo ha poco spazio. Le sue fotografie sono particolari per il genere a cui appartengono, un genere in cui, dal mio punto di vista, c’è ancora una forte (forse troppa) uniformità di stile. Doubilet invece ha sperimentato, e continua a farlo. Non mostra murene, anemoni, squali, mante, tartarughe marine e leoni marini, mostra il loro mondo, intero e diverso.