La Lady di ferro, quella vera
Le Falkand e quel ballo con Reagan. L’incontro con Gorbaciov («We can do business together»). Il Discorso di Bruges. I giornali di domani saranno – giustamente – ricchi di fotografie, di racconti, memorie di quello che Margaret Thatcher è stata per l’Inghilterra e per tutto il mondo occidentale. Anche i suoi critici più accesi dovranno riconoscere che si tratta di una delle figure pubbliche che più hanno segnato il secondo Novecento. Di lei si ricorderà – forse prima e più di tutto – il carattere. La caparbietà, la schiettezza, la determinazione che Meryl Streep, nel film The Iron Lady, è riuscita a portare sul grande schermo con straordinaria maestria.
Ma c’è molto che nel film non traspare, di quello che è stata Margaret Thatcher. Come politico, come leader, come donna. Lo scorso anno, all’Istituto Bruno Leoni abbiamo invitato il suo ex addetto stampa, John O’Sullivan, per raccontarcelo.
Oggi che ci ha lasciato, credo possa essere utile riascoltare questo profilo del primo grande leader donna dell’Occidente, ricomposto da chi le è stato tanto vicino.