Da dove viene la parola “maranza”

Ultimamente la si sente parecchio e l'ha usata anche il sindaco di Milano: esiste dagli anni Ottanta ma il significato si è evoluto

(@johnnyilpagante/YouTube)
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Questa settimana il sindaco di Milano Beppe Sala ha usato la parola maranza per definire le decine di giovani arrestati in una grossa operazione di polizia condotta in città. Parlando alla stampa l’ha definita «veramente molto positiva», e ha aggiunto: «per semplificare usando termini di conoscenza della gente, riguarda i maranza, in sostanza».

È una parola che esiste da decenni ma che da un paio d’anni si è cominciato a usare più di frequente, soprattutto a Milano e nel nord Italia. Nel gergo giovanile o informale, la si usa per riferirsi a ragazzi e ragazze, in molti casi italiani di seconda generazione, che vivono nelle periferie, ascoltano musica trap e sono riconoscibili anche nell’abbigliamento: tute in acetato, scarpe da ginnastica, borsello e smanicato. Ha una connotazione negativa e spesso, appunto, se ne parla in relazione all’aumento di reati di microcriminalità.

Prima del recente uso però la parola maranza era stata molto usata tra gli anni Ottanta e Novanta, con un significato contiguo ma diverso. Secondo l’Accademia della Crusca inizialmente «il referente di maranza era il tamarro, legato al mondo della musica dance e dei locali notturni», e anche per Jovanotti nella sua canzone del 1988 Il capo della banda maranza era un sinonimo di tamarro: un ragazzo giovane maleducato che si sente libero di fare ciò che gli va. Anche l’enciclopedia Treccani descrive i maranza come giovani che fanno parte di «comitive o gruppi di strada chiassosi, caratterizzati da atteggiamenti smargiassi e sguaiati e con la tendenza ad attaccar briga».

L’origine del termine, come spesso quando si parla di parole diffuse nel parlato ma molto poco nello scritto, è ignota, ma si possono fare delle ipotesi. Una è che la parola maranza venga proprio da una storpiatura di tamarro in tamarranza, aggiungendo un suffisso tipico sempre del Nord Italia che ha significato derisorio (come in riccanza).

Se si cerca su Google Trends si nota che la parola ha avuto il suo picco di ricerca nel 2022 e poi ha continuato a essere molto cercata negli anni successivi. Come spiega la Crusca, è dovuto al fatto che «nell’estate 2022, alcuni raduni di giovani avvenuti tra Peschiera del Garda e Riccione hanno portato il “fenomeno maranza” all’attenzione dei media nazionali, e il termine si è diffuso nella stampa e nei telegiornali».

La recente diffusione dell’uso di maranza però aggiunge un pezzo di significato che lo lega a giovani originari del Nord Africa con una connotazione razzista, attaccandosi all’assonanza con marocchino e zanza (altra parola gergale usata per riferirsi a un imbroglione, uno che compie furtarelli). C’è un cenno di questo significato anche nella canzone “Maranza”, del Pagante (gruppo di musica pop noto per i suoi testi ironici sullo stile di vita mondano milanese) con Fabio Rovazzi, uscita nel 2024: Per la gente è un criminale / Col borsello per le strade / Ma, se passa la locale, scappa / Come un maranza.

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