Trump ha annunciato dazi del 25 per cento sulle auto importate
Entreranno in vigore il 2 aprile, e saranno applicati anche alle parti di auto da assemblare

Mercoledì il presidente statunitense Donald Trump ha annunciato che imporrà dei dazi del 25 per cento su tutte le auto importate. Trump ha detto che entreranno in vigore il 2 aprile, e che saranno applicati anche alle parti di auto da assemblare.
Quasi la metà di tutti i veicoli venduti negli Stati Uniti è importata, e anche quasi il 60 per cento delle parti di auto che poi vengono assemblate nel paese. Il Messico è il principale esportatore di veicoli negli Stati Uniti, seguito da Giappone, Corea del Sud, Canada e Germania. I nuovi dazi annunciati da Trump potrebbero avere un impatto enorme sull’economia mondiale e sul settore dell’auto in particolare, in grande crisi da diverso tempo.
Causeranno in primo luogo notevoli aumenti dei prezzi per i consumatori degli Stati Uniti: sono stati stimati dai media statunitensi in oltre 10mila dollari a veicolo per le auto prodotte all’estero, ma anche di circa 3mila per quelle statunitensi. Le maggiori aziende del paese infatti hanno delocalizzato all’estero la produzione di molti componenti, in un sistema economico che era molto aperto e interdipendente (soprattutto per quel che riguarda Messico e Canada).
Subito dopo l’annuncio la maggior parte della azioni della case automobilistiche, comprese Ford, General Motors e Stellantis, ha perso valore in Borsa.
I dazi sono destinati a creare enormi problemi al Canada, che esporta circa l’80-90 per cento delle auto e dei componenti che produce (quasi totalmente verso il mercato statunitense): il settore impiega direttamente circa 125mila persone e vale il 10 per cento dei ricavi dell’industria manifatturiera canadese. Il primo ministro canadese Mark Carney ha definito questi dazi «un attacco diretto» al Canada e ha convocato una riunione del suo governo per valutare come rispondere.
La misura potrebbe avere conseguenze significative anche in Europa, dove i veicoli stradali (auto, moto, camion, etc) rappresentano quasi il 10 per cento delle esportazioni verso gli Stati Uniti. Dall’inizio del suo mandato Trump ha già imposto dazi del 20 per cento su tutte le merci cinesi, del 25 per cento sulle importazioni di acciaio e alluminio, e della stessa misura su quelle provenienti da Canada e Messico. Questi ultimi sono stati in parte sospesi fino al 2 aprile.
Trump sostiene che i nuovi dazi sulle auto serviranno ad aumentare la produzione interna, ma è un obiettivo che richiede un processo molto lungo e non è chiaro come il presidente statunitense pensi di raggiungere questo obiettivo già da aprile. Spostare la produzione negli Stati Uniti implica costruire nuove fabbriche, un’operazione che può costare miliardi di dollari e che ha bisogno di alcuni anni per essere completata.
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