Il lavoro più difficile in Formula 1: fare il compagno di Verstappen
Liam Lawson è durato appena due gare alla Red Bull, che l'ha già sostituito con Yuki Tsunoda

In questa stagione di Formula 1 si sono tenuti solamente due Gran Premi su 24, eppure la Red Bull ha già deciso di sostituire il pilota Liam Lawson con Yuki Tsunoda, che aveva cominciato la stagione con la Racing Bulls, una scuderia satellite della Red Bull. Tsunoda correrà al posto di Lawson dal Gran Premio del Giappone previsto per domenica 6 aprile. Nei primi due weekend le prestazioni di Lawson, neozelandese di 23 anni, sono state deludenti: in Australia si è ritirato, in Cina si è classificato dodicesimo nel Gran Premio e quattordicesimo nella sprint race, totalizzando finora zero punti.
Non è la prima volta che alla Red Bull decidono di cambiare in tempi brevi chi non ottiene risultati considerati soddisfacenti, una cosa non così comune in Formula 1, soprattutto dopo così poche gare. Dal 2016 in poi tutti i piloti della Red Bull hanno dovuto fare i conti con un ostacolo piuttosto grosso, e cioè il fatto che assieme a loro in scuderia ci fosse Max Verstappen, uno dei piloti più talentuosi e già tra i più vincenti di sempre (ha 27 anni). In Formula 1 il primo rivale di ogni pilota è il proprio compagno di scuderia, perché entrambi gareggiano con la stessa auto, e quindi è inevitabile fare un confronto: nelle ultime sette stagioni Verstappen è sempre stato il migliore dei due piloti della Red Bull, e questo ha spesso messo in una situazione difficile i suoi compagni.
Da un lato infatti il paragone tecnico e psicologico con Verstappen è diventato ogni volta più complesso, dall’altro la scuderia ha adattato sempre più le caratteristiche dell’auto allo stile di guida di Verstappen, molto aggressivo e difficile da replicare per gli altri piloti. Nelle prime gare della stagione il pilota nederlandese ha ottenuto un secondo e un quarto posto, più un terzo posto nella sprint race, ed è attualmente secondo nella classifica piloti dietro a Lando Norris della McLaren.
Dopo aver vinto consecutivamente gli ultimi quattro titoli Mondiali, tra i quali quello del 2023 in cui arrivò primo in 18 gare su 22, in questa stagione Verstappen non viene considerato il favorito per la prima volta da alcuni anni, perché la McLaren sembra essere una macchina piuttosto superiore alla Red Bull. Ciononostante, in questo inizio di stagione ha già dimostrato di poter essere competitivo anche oltre i limiti della sua scuderia; a Lawson d’altro canto è stato concesso poco tempo per adattarsi a un contesto così esigente, e adesso toccherà al giapponese Yuki Tsunoda destreggiarsi in quello che lo scorso dicembre l’autorevole sito sportivo The Athletic definiva «il lavoro più difficile nella Formula 1».

Yuki Tsunoda, 24 anni, gareggia in Formula 1 dal 2021 (Rudy Carezzevoli/Getty Images)
Verstappen arrivò alla Red Bull in un contesto simile a quello in cui arriva Tsunoda: nei primi giorni di maggio del 2016, con la stagione iniziata da soli quattro Gran Premi, fu promosso dalla scuderia satellite Toro Rosso (oggi Racing Bulls) al posto di Daniil Kvjat, che era partito piuttosto male. Nella prima gara con la Red Bull, a 18 anni e 7 mesi, diventò il più giovane pilota di sempre a vincere un Gran Premio di Formula 1, in Spagna, facendo vedere sin da subito di essere un talento generazionale. All’epoca il suo compagno di squadra era l’australiano Daniel Ricciardo, un pilota forte ed estroso, considerato potenzialmente capace di vincere un titolo mondiale.
Il 2017, il primo anno in cui Verstappen guidò una Red Bull da inizio stagione, fu anche l’ultimo in cui ottenne meno punti del suo compagno di squadra (Ricciardo ne fece 200, lui 168); già nel 2018, quando nella Red Bull non c’erano gerarchie ben definite tra i due piloti, Verstappen ottenne 79 punti in più di Ricciardo (249 a 170), e alla fine della stagione l’australiano decise di andarsene alla Renault, convinto ormai che la scuderia avesse deciso di puntare più su Verstappen per provare a vincere il Mondiale. Verstappen e Ricciardo gareggiarono assieme per 58 gare, nelle quali il primo ottenne nel complesso più vittorie (5-4) e più punti (608-590) e si piazzò più volte in una posizione migliore (35-21; in due gare uscirono entrambi).
Dopo l’addio di Ricciardo non c’è mai stato un confronto equilibrato tra Verstappen e gli altri piloti che si sono alternati alla Red Bull: Pierre Gasly, Alexander Albon, Sergio Pérez e Lawson. Dal 2016 a oggi, considerando quindi anche il periodo con Ricciardo, Verstappen ha vinto 63 gare contro le 9, sommate, dei suoi compagni di squadra, e ha totalizzato oltre 1.200 punti in più di quelli messi assieme da tutti i suoi compagni alla Red Bull. Gasly finì una sola volta su 12 davanti a lui, Albon 7 su 25, Pérez lo batté solo in 10 gare su 89. Lo scorso dicembre, poco prima che Lawson venisse nominato come suo sostituto, Pérez disse che non avrebbe augurato a un giovane pilota di diventare compagno di squadra di Verstappen: «La gente non deve sottovalutare il livello di competizione che richiede questa posizione».

Ricciardo e Verstappen nel 2017 (Lars Baron/Getty Images)
Verstappen è un pilota eccezionalmente veloce, che predilige uno stile di guida impetuoso e rischioso, è a suo agio anche in situazioni di instabilità e spesso ritarda il più possibile la frenata per ottenere un vantaggio in curva. Visto che così ha ottenuto ottimi risultati, la Red Bull ha costruito e modificato le varie auto in funzione di questo modo di guidare, che però difficilmente si adatta ad altri piloti, soprattutto a quelli con scarsa esperienza.
Poco più di un anno fa, in un episodio del podcast High Performance, Alexander Albon (alla Red Bull tra il 2019 e il 2020) spiegò che guidare un’auto creata per esaltare i pregi di Verstappen era come giocare a un videogioco con la sensibilità del mouse impostata al massimo, e con la freccia che di conseguenza si muove ovunque per lo schermo non appena si sfiora il mouse. Per chi non è Verstappen, insomma, la Red Bull è un’auto complicata da controllare, soprattutto se ai piloti viene concesso poco tempo per imparare a farlo.
Oltre alle difficoltà di guida, chi arriva alla Red Bull deve gestire le aspettative molto alte che derivano dal fatto di far parte di una delle scuderie più competitive e la pressione di sapere che il proprio compagno è uno dei piloti più abili e spietati del circuito. Verstappen inoltre viene descritto da molti commentatori come un pilota molto potente all’interno della Red Bull, anche grazie al lavoro del suo manager (che è anche suo padre): i due hanno grande influenza sulle scelte della scuderia, sia per quanto riguarda gli sviluppi della macchina, sia per la generale strategia del team.