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  • Mercoledì 26 marzo 2025

La questione che sta bloccando il parlamento irlandese da due mesi

La proposta di riformare il regolamento sul "question time" ha provocato le proteste molto rumorose dei deputati d'opposizione

Il Dáil Éireann (ANSA/EPA/FERGAL PHILLIPS/MAXWELL'S/ANSA)
Il Dáil Éireann (ANSA/EPA/FERGAL PHILLIPS/MAXWELL'S/ANSA)

Martedì Verona Murphy, la presidente della camera bassa del parlamento irlandese, il Dáil Éireann, ha sospeso la seduta per le continue interruzioni dei partiti dell’opposizione che impedivano di parlare a lei e al primo ministro Micheál Martin, il taoiseach. Non è la prima volta che succede. Da due mesi infatti i lavori al Dáil Éireann sono fermi per una questione molto specifica, apparentemente burocratica ma con grande rilevanza politica.

La maggioranza sta cercando infatti di far passare una riforma che cambi le regole sui turni di parola: per semplificare, vorrebbe estendere la possibilità di avere 10 minuti di tempo per fare domande dirette al primo ministro, garantita oggi ai deputati dell’opposizione, anche a quattro deputati che formalmente sono indipendenti ma di fatto danno il loro appoggio esterno al governo. L’opposizione sostiene quindi che la riforma favorisca in maniera sproporzionata e ingiustificata questi deputati, che fanno parte del gruppo parlamentare Indipendenti regionali, di orientamento conservatore; e che la riforma sia un modo del governo per continuare ad assicurarsi il loro appoggio.

L’approvazione della riforma per ora è ferma: nonostante sia passata grazie ai voti della maggioranza, l’opposizione si è rifiutata di firmare il foglio che convalidava il risultato. 

Facciamo un passo indietro. Il taoiseach Micheál Martin è sostenuto da una coalizione formata dal suo partito centrista, il Fianna Fáil, e dal partito di centrodestra Fine Gael: sono i due principali partiti dell’Irlanda che da circa un secolo si alternano alla guida del paese e che negli ultimi anni hanno spesso governato in coalizione (il terzo partito storico, il nazionalista di sinistra Sinn Féin, è al momento il più grande all’opposizione). L’attuale governo è sostenuto anche da sette parlamentari indipendenti, di cui tre dentro la maggioranza di governo e quattro, gli Indipendenti regionali, in appoggio esterno (erano in origine sei, ma due sono usciti e passati all’opposizione).

La parte più contestata della riforma del regolamento sui tempi di parola riguarda i due giorni alla settimana in cui a ogni partito all’opposizione sono concessi dieci minuti per fare domande al taoiseach. Sono momenti in cui i parlamentari della maggioranza non possono intervenire e che, come in tutti gli altri paesi, l’opposizione usa per affrontare il primo ministro e provare anche a metterlo in difficoltà.

A questi momenti la riforma aggiunge due slot orari (uno per giorno) riservati alle domande di «altri membri». Nonostante la dicitura vaga, tutti sanno che questa misura è stata pensata per dare uno spazio agli Indipendenti regionali. L’appoggio degli Indipendenti regionali è necessario per il governo, che negli ultimi mesi ha fatto grosse concessioni al gruppo: fra le altre cose, ha eletto presidente della camera bassa Verona Murphy, che ne fa parte, e ha dato loro diversi incarichi ministeriali minori.

Quella di creare uno spazio apposito durante un momento riservato all’opposizione è stata la decisione che ha provocato le critiche più dure finora, anche se non sono state le prime in assoluto. 

Alla fine di gennaio, infatti, la prima seduta del parlamento era stata interrotta dopo che l’opposizione si era accorta che gli Indipendenti regionali, con l’autorizzazione della presidente Murphy, si erano seduti tra i loro banchi. Tutti gli altri partiti avevano visto questa collocazione come una forzatura istituzionale: non era mai successo che deputati che di fatto appoggiavano il governo venissero contati con l’opposizione. Murphy aveva inizialmente cercato di andare avanti, dicendo che era una cosa provvisoria, ma le proteste corali dell’opposizione l’avevano costretta a sospendere la seduta tre volte, fino al rinvio.

Il giorno dopo Murphy, che era stata accusata di mancata imparzialità, aveva accolto le richieste, stabilendo che gli indipendenti che sostengono il governo non potessero conservare lo status e le prerogative dei deputati dell’opposizione.

La questione non era però finita lì, proprio perché poco dopo la maggioranza aveva presentato la riforma del regolamento sui tempi di parola, e nonostante le nuove richieste dell’opposizione aveva deciso di non ritirarla. È stato quest’ultimo scontro a provocare il blocco dei lavori parlamentari, fino alla sospensione della seduta di martedì.

– Leggi anche: L’elezione del nuovo primo ministro irlandese non è andata come previsto

Tag: irlanda