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  • Mercoledì 26 marzo 2025

I 47 progetti europei per essere più indipendenti sulle materie prime critiche

La Commissione Europea ha selezionato e finanzierà nuove miniere e stabilimenti di lavorazione e riciclaggio: quattro sono in Italia

Zolfo estratto per la produzione di batterie al litio e zolfo (Lyten, Inc./ Business Wire)
Zolfo estratto per la produzione di batterie al litio e zolfo (Lyten, Inc./ Business Wire)

La Commissione Europea martedì ha pubblicato una lista di 47 “progetti strategici” per diminuire la propria dipendenza dall’estero e in particolare dalla Cina sulle materie prime critiche. Tra queste ci sono i cosiddetti “metalli rari”, fondamentali per l’industria tecnologica, militare e spaziale e per la transizione ecologica. I 47 progetti sono stati selezionati fra 170 candidature e coinvolgono 13 paesi europei: prevedono investimenti per 22,5 miliardi di euro complessivi, fra fondi e finanziamenti. In alcuni casi si tratta di estrazione, e quindi di nuove miniere, in altri di stabilimenti per lavorare le materie prime, oppure per riciclarle e riutilizzarle.

In Italia sono stati selezionati quattro progetti, tutti per stabilimenti di riciclaggio di materie prime critiche.

Da tempo l’Unione Europea e i suoi stati membri hanno l’esigenza di superare la dipendenza quasi totale dall’estero per l’estrazione e la lavorazione di questo genere di materie prime. È una necessità che è diventata più impellente dopo la pandemia, la guerra in Ucraina e un panorama più complesso di commerci mondiali, causato da crisi locali e da politiche protezioniste, come i dazi dell’amministrazione statunitense di Donald Trump.

Una miniera di nichel e cobalto in Indonesia (AP Photo/Dita Alangkara)

Nel maggio del 2024 la legge sulle materie prime critiche approvata dal Parlamento Europeo ne individuava 17 “strategiche” (la definizione di metalli rari non è univoca e condivisa) e definiva l’obiettivo per il 2030 riguardo la loro estrazione, lavorazione e riciclo. Tutte queste operazioni dovranno essere svolte in Europa rispettivamente al 10, al 40 e al 25 per cento del totale.

La lista delle 17 materie prime critiche comprende materiali come il litio, il cobalto e il nichel, utilizzati per produrre batterie; il gallio per i pannelli solari; il boro grezzo per le turbine eoliche; il titanio e il tungsteno per i settori dello spazio e della difesa. Ma ci sono anche bauxite (la roccia da cui si ottiene l’alluminio), bismuto, rame, germanio, magnesio, manganese, grafite, platino, silicio, e alcune delle cosiddette “terre rare”, che comprendono altri 17 elementi chimici di difficile accesso o sfruttamento.

I progetti selezionati riguardano 14 di queste materie prime, con alcune nuove miniere, soprattutto in Spagna e Romania, e con progetti più numerosi per materiali come litio (22), nickel (12) e cobalto (10), importanti nella produzione di batterie elettriche (fra cui quelle destinate al settore automobilistico). I progetti selezionati potranno accedere a finanziamenti europei e degli stati membri e seguiranno processi per l’approvazione degli stabilimenti molto più brevi: 27 mesi al massimo per i siti di estrazione, 15 per gli altri, mentre attualmente i processi di autorizzazione possono durare dai 5 ai 10 anni.

Il commissario al mercato interno Stéphane Séjourné a Bruxelles il 25 marzo 2025 (Monasse T/ANDBZ/ABACAPRESS.COM)

Come detto, per quel che riguarda l’Italia sono stati selezionati quattro progetti. Il più grande, da 350-400 milioni di euro, è quello dell’azienda svizzera Glencore a Portovesme, in Sardegna, dove dovrebbe essere riconvertito parte del complesso industriale per la produzione di zinco (oggi fermo) al riciclo di batterie esauste, da cui estrarre litio e altri materiali.

La multinazionale belga Solvay utilizzerà l’impianto chimico di Rosignano, in Toscana, per estrarre palladio dalle marmitte. L’azienda italiana Itelyum Regeneration si occuperà di riciclare rifiuti elettronici a Frosinone, mentre Circular Materials, con sede a Padova, ha un progetto per recuperare nichel, rame e platino dagli scarti liquidi delle lavorazioni industriali.