La maggioranza vuole rinviare l’obbligo di assicurarsi contro le catastrofi naturali

Dovrebbe entrare in vigore il 31 marzo, ma si sta valutando una proroga di sette mesi

Uno stabilimento industriale alluvionato
Uno stabilimento industriale in una zona alluvionata vicino a Conselice, in provincia di Ravenna, il 26 maggio 2023 (Antonio Masiello/Getty Images)

Molte associazioni di categoria delle imprese italiane hanno chiesto al governo di posticipare l’obbligatorietà delle polizze assicurative contro le catastrofi naturali, prevista per il 31 marzo: anche se la scadenza è ormai prossima, la maggioranza di destra che sostiene il governo sta cercando di introdurre una proroga. Il deputato Riccardo Zucconi di Fratelli d’Italia, il principale partito di governo, ha preparato un emendamento al cosiddetto “decreto bollette” per rinviare fino al 31 ottobre di quest’anno l’entrata in vigore dell’obbligo.

Le polizze contro i danni da catastrofi naturali come terremoti, alluvioni e frane sono poco usate in Italia, sebbene in molte zone del paese i rischi legati a questo tipo di eventi siano considerevoli. A oggi è lo Stato a rimborsare i danni quando avviene un terremoto o una qualche forma di dissesto idrogeologico, ma le procedure per ottenere i ristori sono lunghe e lente e in alcuni casi i diretti interessati ci rimettono.

L’obbligo di avere un’assicurazione contro questo genere di danni è pensato per risolvere queste situazioni ed esiste già in molti paesi dell’Unione Europea. Tuttavia secondo le associazioni che rappresentano le imprese la sua introduzione è troppo onerosa per moltissime aziende piccole e medie, almeno nelle condizioni attuali: proprio perché questo genere di polizza è poco diffuso, al momento è molto costoso. Infatti se poche persone o aziende sono assicurate contro un certo tipo di danni, i premi sono più alti per permettere alle compagnie assicurative di soddisfare le richieste di rimborso in caso di necessità.

Confindustria aveva chiesto una proroga di almeno tre mesi. «È vero che alla base dell’obbligo c’è la necessità di garantire il principio di mutualità», aveva detto al Sole 24 Ore Angelo Camilli, vicepresidente dell’associazione con delega al credito, alla finanza e al fisco: «Se tutte le imprese stipulano le polizze si ridurranno i premi assicurativi e saranno sostenibili anche per le aziende maggiormente esposte al rischio». Tuttavia secondo Confindustria le condizioni in cui è previsto che l’obbligo entri in vigore espongono le imprese al rischio di pagare premi assicurativi molto alti, anche di decine di migliaia di euro, che per le aziende più piccole possono essere proibitivi. «In questo caso avremmo bisogno di conoscere quanto possono incidere i costi delle misure di messa in sicurezza che la compagnia assicurativa può chiedere all’impresa per mitigare i rischi», aveva detto sempre Camilli.

Anche altre organizzazioni, come Confcommercio, Confartigianato e Unimpresa avevano fatto obiezioni simili, per quanto l’obbligo fosse già stato rinviato di tre mesi.

La conversione in legge del “decreto bollette” è attualmente in discussione nella commissione Attività produttive, commercio e turismo della Camera dei deputati e il testo di partenza sarà probabilmente modificato da numerosi emendamenti proposti dai partiti di maggioranza per aiutare le aziende a sostenere i costi dell’energia. Lo stesso emendamento che prorogherebbe l’entrata in vigore dell’obbligo delle cosiddette polizze catastrofali prevede il rinvio «al fine di consentire il superamento dell’emergenza energetica senza ulteriori oneri per le imprese».

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