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  • Martedì 25 marzo 2025

È stato liberato Hamdan Ballal, il regista di “No Other Land” arrestato in Cisgiordania

Lunedì era stato attaccato da un gruppo di coloni israeliani, e poi prelevato da alcuni soldati e portato in caserma

Hamdan Ballal all'uscita della stazione di polizia di Kiryat Arba, il 25 marzo
Hamdan Ballal all'uscita della caserma di polizia di Kiryat Arba, il 25 marzo (AP Photo/Leo Correa)

Martedì è stato liberato Hamdan Ballal, uno dei quattro registi del documentario palestinese No Other Land, che lunedì era stato aggredito da un gruppo di coloni israeliani a Susiya, in Cisgiordania, e poi arrestato dall’esercito israeliano (la Cisgiordania è il territorio che secondo la comunità internazionale appartiene ai palestinesi, ma che da decenni Israele occupa illegalmente).

Lunedì un gruppo di circa venti coloni israeliani (cioè gli abitanti degli insediamenti illegali in Cisgiordania) aveva circondato e lanciato pietre contro la casa di Ballal a Susiya, nella zona di Masafer Yatta, quella raccontata dal documentario, che si trova una decina di chilometri a sud della città palestinese di Hebron. Il regista ha poi detto al suo avvocato di essere uscito per filmare l’aggressione, e di essere stato aggredito mentre stava rientrando in casa. Un colono in abiti civili e due persone in uniforme militare (sul luogo erano presenti sia soldati israeliani sia coloni in uniforme) lo avrebbe colpito alle spalle, buttato a terra, preso a calci e colpito con i calci dei fucili.

Nel frattempo sul luogo erano arrivati sia soldati israeliani sia altre persone palestinesi e attivisti contro la violenza fra israeliani e palestinesi. I soldati però non avrebbero fermato le violenze dei coloni e anzi avrebbero puntato le armi contro gli altri presenti per farli allontanare. Uno degli altri registi del documentario, Yuval Abraham, ha detto che i soldati hanno prelevato Ballal dall’ambulanza che aveva chiamato in seguito all’aggressione (cosa negata dall’esercito) e lo hanno portato in una caserma di polizia assieme ad altre due persone: i tre erano accusati di aver lanciato delle pietre contro mezzi israeliani e di aver ferito dei coloni, cosa che loro hanno negato.

Ballal ha raccontato all’agenzia Associated Press che i coloni e le persone in uniforme lo hanno preso ripetutamente a calci in testa. Ballal, che non parla ebraico, ha anche detto che durante l’aggressione alcuni di loro avrebbero detto il suo nome e pronunciato la parola “Oscar”. Lamia Ballal, la moglie del regista, ha detto che durante l’aggressione si era rifugiata in casa con i figli, e che da lì aveva sentito il marito urlare «Sto morendo!». Ballal ha identificato uno degli aggressori, Shem Tov Luski, un colono che in passato lo aveva già minacciato. Luski ha negato ad Associated Press di aver picchiato il regista, e ha detto che non sapeva che Ballal avesse vinto l’Oscar. Luski ha detto che lui e altri coloni erano arrivati a Susiya per aiutare un altro colono che aveva detto di essere stato attaccato con pietre da alcuni palestinesi. A quel punto, secondo Luski, una decina di persone palestinesi col volto coperto avrebbero attaccato la sua auto con pietre: tra questi, secondo Luski, ci sarebbe stato anche Ballal.

Il rilascio di Ballal martedì è stato comunicato dai co-registi Yuval Abraham e Basel Adra, e confermato da vari giornalisti di Associated Press presenti sul posto. I giornalisti hanno detto che Ballal aveva dei lividi sul volto e macchie di sangue sui vestiti, ed è stato portato in un ospedale di Hebron. Insieme a lui sono state liberate le altre due persone arrestate: come condizione per il loro rilascio non dovranno avere contatti fra loro.

Abraham ha scritto su X che Ballal è rimasto ammanettato e bendato per tutta la notte mentre due soldati lo picchiavano sul pavimento in una stazione di polizia a Kiryat Arba, una colonia israeliana adiacente a Hebron.