Nelle proteste in Turchia sono state arrestate più di mille persone
Vanno avanti da sei giorni, e lunedì Erdogan se l'è presa con l'opposizione in un discorso con toni molto duri

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In Turchia oltre mille persone sono state arrestate nelle estese proteste in corso da sei giorni contro l’arresto del sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu, il principale e più efficace oppositore del presidente Recep Tayyip Erdogan. Lunedì sera in decine di migliaia si sono riuniti nonostante i divieti del governo: ci sono stati meno scontri con la polizia di domenica, ma la principale novità è stata il modo in cui Erdogan ne ha parlato. Ha fatto un discorso con toni molto duri che fanno presagire che continuerà a prendersela con l’opposizione.
Erdogan ha sostenuto che il Partito popolare repubblicano (CHP, di centrosinistra e nazionalista) di Imamoglu abbia sobillato le proteste trasformandole in un «movimento di violenza». Sono parole gravi, visto che le proteste sono state nella quasi totalità dei casi pacifiche, e gli scontri ci sono stati soprattutto quando la polizia in assetto antisommossa ha provato a disperderle. Erdogan ha poi incolpato il CHP, promettendo conseguenze sia politiche sia giudiziarie per il principale partito dell’opposizione.
Il ministro dell’Interno, Ali Yerlikaya, ha usato parole ancora più aggressive, accusando i protestanti di «terrorizzare» la popolazione e di essere una minaccia per la sicurezza nazionale. Come negli scorsi giorni la polizia ha usato cannoni ad acqua e gas lacrimogeni contro i manifestanti a Istanbul, nella capitale Ankara e a Izmir: le tre città dove anche lunedì ci sono state alcune delle manifestazioni più partecipate.

Istanbul, 24 marzo (AP Photo/Huseyin Aldemir)
Lunedì sono state arrestate almeno altre 71 persone: sono in tutto 1.133 dall’inizio delle proteste. Tra loro ci sono almeno 8 giornalisti e fotografi. Il sindacato Disk-Basin-Is, che sta documentando questi arresti sui social, ha accusato il governo di voler impedire ai media di raccontare le proteste, le più vaste da quelle del 2013 che furono le più importanti proteste della storia turca recente, sempre contro Erdogan.
Durante un comizio fuori dal municipio di Istanbul, il segretario del CHP Özgür Özel, che è uno dei leader più visibili delle proteste, ha invitato i sostenitori dell’opposizione di boicottare i media e i canali televisivi vicini al governo. Inoltre Özel ha chiesto che l’emittente pubblica TRT trasmetta in diretta il processo a Imamoglu, in modo che possa rispondere pubblicamente alle accuse nei suoi confronti, che sono politicamente motivate.
Subito dopo il comizio di Özel, la polizia ha sparato gas lacrimogeno e proiettili di gomma per disperdere i manifestanti. L’opposizione chiede che Imamoglu sia scarcerato in attesa del processo come 44 delle persone arrestate mercoledì scorso: altre 47 delle persone, tra cui due sindaci distrettuali di Istanbul, sono invece ancora in carcere, come lui.
Imamoglu ha ricevuto la nomina come candidato del CHP per le presidenziali del 2028 alle primarie di domenica, ma ora sono a rischio sia la sua carriera politica sia le possibilità dell’opposizione di battere Erdogan.
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